Paolo Trionfini. Notarstefano (Ac): Pensiero lungimirante e costruttore di unità
Il ricordo grato dell’Azione Cattolica Italiana nelle parole del Presidente al termine delle esequie
Giuseppe Notarstefano*
Con grandissima commozione, prendo la parola, in primo luogo, per stringermi insieme a tutta la famiglia di Paolo, e in particolare ai due figli Anna e Giovanni, in un abbraccio grande che si estende alle tantissime persone, soci e socie di AC, responsabili e assistenti che con Paolo hanno condiviso il servizio in associazione, soprattutto a livello nazionale, ai tanti collaboratori e dipendenti del centro nazionale che negli anni hanno condiviso con te un tempo intenso di lavoro e di servizio quotidiano. Ci ha addolorato profondamente l’improvvisa notizia del tuo ricovero alla vigilia della Settimana Santa, abbiamo atteso trepidato tutti insieme proprio nel tempo in cui la Chiesa tutta meditava e contemplava il mistero della passione, morte e Risurrezione del Signore.
Giuseppe Notarstefano
Ci ha sconvolto pertanto la notizia della tua morte, caro Paolo, qualche giorno dopo quella del nostro grande Papa Francesco, proprio nei giorni in cui la chiesa prolunga l’Alleluja pasquale e ripete che è la Vita a vincere sempre, anche sulla morte, e su ciò che agli occhi del mondo appare come la fine di tutto. A te e al pontefice, che tu stimavi e amavi moltissimo, è stato donato di salire al cielo nell’ottava di Pasqua, una situazione non casuale ma provvidenziale che ci invita a ripetere con il salmista che “preziosa agli occhi del Signore, è la morte dei suoi fedeli” (Salmo 116). Tanto incomprensibile è per tutti i noi fare i conti con l’insensata rapidità con cui sei stato sottratto agli affetti più cari e quotidiani, agli abbracci degli amici, quanto ci è chiaro e comprensibile contemplare la bellezza della tua umanità e la luminosità della tua esistenza in mezzo a noi. Tu, Paolo, ci hai mostrato infatti cosa vuol dire essere un laico cristiano, fedele al Signore e al suo Vangelo e unitamente fedele alla vita, alle sue gioie e meraviglie così come ai suoi drammi e alle sue angosce. Abbiamo appreso da te la mitezza e l’umiltà segno di beatitudine e di povertà in spirito; ci hai accompagnato sempre con la tua saggezza e competenza, e in diversi e complicati passaggi della vita associativa non ci è mancata la tua lucidità e anche la tua ironia.
Hai lavorato sempre per la comunione e l’unitarietà, essendo soprattutto una persona capace di ascolto e dialogo con tutti. Tanti dei nostri collaboratori più giovani che avevano sperimentato la tua compagnia nei mesi scorsi in centro nazionale, hanno voluto ricordare proprio la tua amabilità, gentilezza e simpatia. La disponibilità ad entrare con garbo nelle discussioni e a offrire sempre punti di vista stimolanti e propositivi.
Il tuo servizio associativo per gli adulti dell’associazione, ci ha aiutato a ripensare in profondità percorsi e strumenti per accompagnare la complessità e la globalità della vita adulta, valorizzando sempre le pluralità delle sensibilità e delle competenze.
Hai mostrato lungimiranza ed entusiasmo nel tempo in cui hai avuto il compito di dirigere la casa editrice dell’associazione, l’AVE e del tuo apporto sempre acuto e puntuale si è avvalsa la nostra rivista culturale Dialoghi che hai seguito quasi sin dall’inizio.
Ti siamo anche particolarmente grati per aver messo a servizio dell’associazione, oltre che la tua passione educativa, la tua competenza scientifica di studioso e di storico, sviluppando in modo davvero straordinario un importante ambito della vita associativa, come direttore dell’ISACEM, favorendo percorsi ed elaborando strumenti innovativi per promuovere la conoscenza della storia associativa, e attraverso di essa, della storia della chiesa e del nostro Paese. Ci hai aiutato a coltivare legami tra studiosi, di diverse età e provenienze accademiche, contribuendo a rendere ancora più significativo il percorso e il progetto dell’Istituto a servizio dell’associazione tutta.
Ci mancherai moltissimo, ci sentiamo oggi più poveri senza la possibilità di godere della tua compagnia e del tuo misurato giudizio sulla vita e sull’associazione, ma confidiamo nella forza misteriosa dei legami spirituali che attraversa la storia e il tempo, intrecciando le storie e i tempi, la memoria e la gratitudine con la speranza e la nostalgia.
Mi mancherai moltissimo caro Paolo, mi mancheranno le nostre fumate, furtive e serali, in cui scambiarci pensieri e idee sulla Chiesa sulla politica e, non di rado, sull’accademia e i suoi meccanismi feudali. Mi mancherà il tuo garbo, la disponibilità e la sollecitudine, ma sono certo che potrò ancora contare su di te, che potremo tutti contare ancora su di te. Continua a prenderti cura della nostra associazione, nel luogo privilegiato in cui certamente il Signore ha voluto inviarti, siamo certi che sarai in ottima compagnia.
Buon ritorno alla casa del Padre.
*Presidente nazionale Azione Cattolica Italiana