Sabato Santo in musica
Tradizionale appuntamento con la “Desolata” di Giuseppe Savani per iniziativa della Corale Palestrina
Non c’è Sabato Santo a Carpi senza la “Desolata”, il tradizionale concerto vocale e strumentale del carpigiano Giuseppe Savani, che sarà rappresentato il prossimo 19 aprile, alle ore 18 presso l’Auditorium San Rocco grazie all’iniziativa della Corale Giovanni Pierluigi da Palestrina.
Nella prima parte del concerto, saranno eseguiti i cinque mottetti de “La Desolazione di Maria Santissima”, di Giuseppe Savani (1855-1920), di cui ricorrono quest’anno i 170 anni dalla nascita. L’esecuzione del 2025 è la trentaseiesima edizione del concerto, considerato che la Corale è stata fondata dalla Maestra Luisa Cavazzoli nel 1987 (38 anni fa), ma il concerto è stato sospeso nel 2020 e 2021, a causa della pandemia.
La musica struggente di Savani, che si ispira chiaramente al melodramma del suo tempo, suscita l’emozione nello spettatore (insieme alle parole del testo e al silenzio che cade sulla sala), tale, per cui si riesce quasi ad immaginare questa Madre addolorata, Maria, attonita e incredula, di fronte alla tomba del figlio Gesù. D’altra parte, la potenza della rappresentazione musicale mette in evidenza quello che i Vangeli non mettono in rilievo rispetto alla presenza della Madre, di fronte alla passione e alla sofferenza di Gesù, durante la flagellazione o nel cammino verso il Calvario, o durante la morte del figlio sulla croce e al momento della deposizione del corpo nel sepolcro, da parte di Giuseppe d’Arimatea. Giuseppe Savani, invece, vissuto tra il XIX e il XX secolo, è riuscito a ricostruire con la musica un’immagine della sepoltura di Gesù e del dolore della Madre quasi tangibile e reale. Altri artisti italiani, nei secoli precedenti, avevano messo in evidenza la Madre e il verismo della “pietas latina”, quel sentimento di compassione, di amore, di condivisione verso chi soffre: ad esempio, la splendida Pietà di Michelangelo, il realismo della deposizione nella tela del Caravaggio, la musica di Pergolesi nello “Stabat Mater dolorosa” (che sarà eseguita nella seconda parte del concerto). Gli evangelisti hanno descritto la passione di Gesù, come se la presenza della Madre fosse ininfluente, agli effetti della testimonianza: Matteo, mentre descrive l’agonia di Gesù, che “Grida a gran voce: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato”, (sentendosi precipitare nel baratro più basso, nel quale lo hanno trascinato i peccati degli uomini), scrive: “Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano”. Solo l’evangelista Giovanni scrive: “Stavano presso la Croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre…”. E riporta le parole di Gesù, ormai morente, che affida la Madre al discepolo prediletto, Giovanni, e a lei dice: “Donna, ecco tuo figlio” quasi un passaggio di consegne, all’ultimo respiro. Anche al ritrovamento della tomba vuota, accorrono Maria di Magdala e Maria Maddalena. O, forse, gli evangelisti hanno inteso rispettare la presenza silenziosa della Madre, che stava in disparte, tutta presa dalla sua sofferenza.
Gabriella Artioli
Al concerto della “Desolata 2025” si esibiranno a cori unificati anche il Coro Madonna delle Grazie di Soliera e, per la prima volta, il Coro di Redù e dell’Abbazia di Nonantola; tra gli esecutori, un quintetto d’archi e due organisti – Maestri Elena Cattini e Paolo Zoboli – il soprano Isabella Gilli, il baritono Marco Bernabei; il Direttore responsabile dell’esecuzione, Maestro Pietro Rustichelli; i Direttori del Coro di Redù, Maestri Lucia Moreali, Stefano Moreali e M. Luisa Reggiani. Sarà presentata una breve biografia del musicista-compositore G. Pierluigi da Palestrina, del quale il coro porta il nome, a celebrazione dei 500 anni dalla nascita (1525 – 1594). L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti.