Convegno. Verso l’Hospice San Martino luogo della cura
Primo appuntamento del progetto “Inguaribili ma sempre curabili” con l’intervento di Ferruccio De Bortoli e Giada Lonati di Vidas Milano
Da sinistra, Daniele Monari, Stefano Cencetti, Ferruccio De Bortoli, Giada Lonati, Luigi Lamma
“La cura è il primo passaporto della cittadinanza. Chi è curato e assistito è cooptato, ammesso, riconosciuto” ha affermato Ferruccio De Bortoli; “L’esperienza della cura è proprio questo: guardare l’altro con il cuore. Con una sana curiosità e non solo mettere in atto delle azioni” ha rinforzato il concetto Giada Lonati. E da qui è stato un progressivo viaggio nella realtà delle cure palliative a partire dall’esperienza della Fondazione Vidas che da oltre quarant’anni opera nelle realtà milanese con l’assistenza domiciliare ma anche con la gestione di un hospice per adulti e uno per bambini. Oltre duecento dipendenti e 400 volontari impegnati ad accompagnare malati e familiari nell’ultimo tratto della vita. Sono gli “Inguaribili ma sempre curabili”, come recita il titolo del convegno che nella mattina di sabato 29 marzo ha dato avvio al progetto culturale promosso dalla Fondazione Hospice San Martino, in collaborazione con Amo Carpi, ZeroK, Gafa e Carer, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, vari appuntamenti, da marzo a novembre, toccherà Carpi, Novi e Soliera con l’obiettivo di portare esperienze di medical humanities ovvero di una medicina che sappia mettere al centro la dimensione della cura nella sua integralità.
L’autorevolezza e la competenza degli ospiti del primo incontro, il presidente di Vidas Ferruccio De Bortoli, nonché giornalista di ben nota fama, e la direttrice socio-sanitaria, medico palliativista, Giada Lonati, autrice del libro “Prendersi cura”, non lasciano dubbi sulla qualità del confronto che andato in scena all’auditorium Loria, alla presenza di numerose autorità e di altrettanti addetti ai lavori rappresentanti di associazioni di volontariato e professionisti. L’interesse delle istituzioni si è palesato con l’intervento del sindaco di Carpi Riccardo Righi e del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Mario Arturo Ascari, sul versante delle realtà sanitaria è stato il dottor Paolo Vacondio, a portare l’attenzione dell’Azienda Usl di Modena, mentre ha fatto gli onori di casa il presidente della Fondazione Hospice San Martino Daniele Monari e in un’ottica di comune interesse sul tema ha portato il saluto il presidente della fondazione Hospice Modena dottor Gabriele Luppi.
Nella seconda parte del convegno, dopo l’apprezzato e piacevole stacco musicale con le “Voci e mani bianche” dell’Istituto Figlie della Provvidenza di Santa Croce di Carpi, il confronto con i contributi delle associazioni co-organizzatrici Maria Grazia Lazzaretti per Amo Carpi, Loredana Ligabue per Carer, Annalena Ragazzoni per Gafa e Massimiliano Cruciani per Zero K.
Tanti gli spunti di riflessione e le buone pratiche emerse nel corso del dialogo con i relatori, si potrebbe iniziare da un buon consiglio: leggere il libro-testimonianza di Giada Lonati (Prendersi cura, Edizioni Corbaccio) che riporta storie reali di incontro con i malati e con i caregiver, le emozioni, le scelte, gli atteggiamenti da tenere nella relazione, il ruolo di tutte le figure coinvolte, sanitarie e non,… Cruciali i temi etici sollevati sulla problematica del fine vita, dalla necessità di una legge nazionale per evitare le fughe in avanti delle Regioni, nella consapevolezza che mai potrà racchiudere tutte le sensibilità e le convinzioni presenti nella società, l’attenzione al testamento biologico come strumento per l’autodeterminazione delle scelte nel momento in cui viene meno la possibilità di esprimersi.
Rimanendo coerenti con l’obiettivo del convegno e più in generale del progetto ideato da Stefano Cencetti per la Fondazione Hospice San Martino, appare evidente come la realizzazione di un’opera così essenziale per coprire un bisogno assistenziale che tende a crescere non può che essere frutto da un lato di una presa di coscienza collettiva sul valore della cura e dall’altro dalla stretta collaborazione e unità di intenti tra tutti i soggetti del territorio sia pubblici che privati che realtà del Terzo Settore. Il cammino è avviato non resta che proseguire nella direzione indicata soprattutto se animato dalla speranza di rendere sempre più umana la dimensione della cura.