Pastorale della salute, convegno “I sacramenti della cura dei malati”
Lo scorso 22 marzo, a Modena, si è tenuto il convegno “I sacramenti della cura dei malati” organizzato dal Centro interdiocesano per la Pastorale della Salute. Interventi del vescovo Erio Castellucci, di don Fabio Quartieri e del dottor Paolo Vacondio
Da sinistra Paolo Vacondio, mons. Erio Castellucci, don Fabio Quartieri
Sabato 22 marzo il convegno delle Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi ha riflettuto su penitenza, unzione degli infermi ed eucarestia nell’esperienza della malattia; può essere rivisto sul canale Youtube della Diocesi modenese. Ha costituito un ulteriore passo nella riflessione che le nostre Diocesi stanno compiendo sui tanti bisogni dei malati e delle loro famiglie, da condividere con le comunità delle parrocchie.
Don Fabio Quartieri ha ricordato che nei sacramenti celebriamo la presenza reale del Signore, venuto per salvarci. Attraverso l’unzione degli infermi, in particolare, la carità del sacerdote al malato chiuso in sé stesso può ridare vita, cioè capacità di amare, fino a diventare lui stesso testimone del senso delle realtà ultraterrene. La Chiesa con questo sacramento accoglie il malato nella sua fragilità, ma, scoprendosi essa stessa impotente, lo affida al Signore. Essa lo aiuta a stare nel dolore, che deve essere curato in maniera efficace. Su questa premesse, il malato può offrire sè stesso con il pane di Gesù nell’eucarestia e diventare a sua volta missionario. Don Fabio ha infine ripreso due aspetti dell’unzione degli infermi: da un lato, l’aiuto a recuperare l’unità, spezzata dalla malattia, fra corpo e anima, fra la persona malata e il suo corpo, dall’altro lato, l’opportunità di prepararsi alla prossimità della morte, che è parte della vita.
Il nostro vescovo, don Erio Castellucci, ha illuminato il rapporto fra sacramenti e cammino di speranza, rileggendo l’episodio dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-53). Essi erano veri “malati” di caduta di speranza, ripiegati su se stessi dopo la delusione per la morte di Gesù. Il loro incontro con Gesù è intrecciato con la celebrazione dell’eucarestia. Anche oggi Gesù è presente attraverso la sua parola e l’eucarestia. L’eucarestia, corpo di Gesù, e il corpo sofferente del malato sono presenze reali e concrete.
Don Erio si è chiesto: come Gesù riattiva la speranza nei due discepoli? Lo fa in un crescendo di presenza. Si accosta loro con discrezione; attiva il dialogo con la sua domanda; infine, rimane nell’eucarestia. A questo punto Gesù sparisce dalla vista dei due discepoli, perché vuole che vadano in missione. In effetti, i due discepoli si mettono rapidamente in cammino per Gerusalemme e diventano testimoni per gli stessi apostoli. La presenza di Gesù, celebrata nei sacramenti, è fonte di speranza nell’esperienza pesante della malattia e riattiva la vita e l’amore nel malato e nei suoi cari.
Hanno poi parlato alcuni testimoni, che hanno incarnato in maniera forte i sacramenti nell’esperienza della malattia grave. Barbara ha condiviso il percorso di vita insieme con il marito, percorso segnato dai sacramenti in diverse fasi di cammino di coppia: la riscoperta insieme della fede, la dura prova della diagnosi e del decorso della malattia grave del suo sposo, le cure in ospedale poi a casa in prossimità della sua morte, il lutto della perdita e il cammino fino ad oggi. Paolo Vacondio, medico delle cure palliative, ha ripreso la sollecitazione di don Fabio: oggi è necessario recuperare la consapevolezza della morte e la necessità di prepararsi. Per questo il sacramento dell’unzione degli infermi può essere lo strumento di una vera rivoluzione culturale, per la quale il nome della morte può non essere rimosso, ma anzi essere detto, e il distacco può diventare esperienza di compimento della vita, da preparare con quanta più cura è possibile.
Dott. Dante Zini
Centro di Pastorale della Salute Diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi