In missione al fianco degli ultimi: l’esperienza di Maria Giubertoni
Maria Giubertoni, giovane carpigiana, racconta la propria esperienza con Gioventù Missionaria a Medjugorje in Bosnia ed Erzegovina, al servizio degli ospiti di un ospedale psichiatrico e delle case di riposo e distribuendo beni di prima necessità a famiglie nel bisogno
Maria Giubertoni
Maria Giubertoni è una ventiquattrenne carpigiana, molto attiva in Azione Cattolica a Carpi, nonché nella parrocchia di Fossoli, che su invito dell’amico Alessio Garofalo ha deciso di prendere parte ad un’esperienza di missione umanitaria a Medjugorje, spendendosi in prima persona per il prossimo. Un bellissimo esempio di “giovani in uscita”, che s’impegnano nella cura degli ultimi, divenendo esempio per tutta la comunità. Quella segue è la testimonianza scritta da Maria a poche settimane dal rientro.
di Maria Giubertoni
L’invito di Alessio a questa esperienza di missione umanitaria è capitato un po’ per caso in un periodo in cui sentivo la necessità di rendermi utile facendo qualcosa che rompesse la monotonia dei soliti impegni; così, spinta da curiosità e desiderio di evadere dalla quotidianità, mi sono convinta a partire. Insieme a me un centinaio di giovani provenienti da tutta Italia, tutti sconosciuti. Avevo deciso di intraprendere questo viaggio con la testa “leggera”, decisa unicamente a lasciarmi sorprendere da qualsiasi cosa mi sarei trovata a fare. E di cose da fare ce n’erano davvero tante: dall’animare le giornate per gli ospiti di un ospedale psichiatrico al visitare gli anziani nelle case di riposo, passando per il distribuire beni di prima necessità a famiglie che vivono in condizioni di povertà su tutto il territorio bosniaco, i giorni sono corsi veloci l’uno dopo l’altro. L’impegno condiviso è sempre terreno fertile per favorire la conoscenza reciproca; così, nell’arco di pochi giorni, tra i missionari si è costituito un clima allegro, familiare e laborioso. La maggior parte dei partecipanti faceva parte di Gioventù Missionaria, un apostolato del gruppo cattolico giovanile “Regnum Christi”. La vocazione alla missione e all’aiuto concreto sono carismi essenziali di questo movimento, che rappresenta il gruppo laico fondato sui valori dell’ordine religioso dei Legionari di Cristo. Questo nome potrebbe inizialmente apparire anacronistico ed evocativo di valori guerreschi, ma va contestualizzato: i Legionari nascono in Messico nei primi anni dello scorso secolo, in un periodo in cui professare la fede cristiana poteva diventare oggetto di persecuzione e tortura. Da qui l’idea di lotta, di formare un esercito che resistesse alle oppressioni usando la Fede come difesa. I legionari difendono il credo cattolico come un privilegio a cui non vogliono rinunciare, nemmeno sotto minaccia di morte. Oggi, in Italia, la Fede cristiana può essere vissuta come un dono o come una scelta. Senza alcun diktat o restrizione, siamo liberi di professarla come preferiamo. Rimane però il fatto che abbiamo comunque un privilegio, legato non tanto al poter manifestarci cristiani senza problemi, ma piuttosto al ventaglio di realtà cristiane ed esperienze tra cui poter ricercare il nostro carisma personale. Io ho il privilegio di avere una famiglia che mi supporta, di poter studiare, ho l’imbarazzo della scelta quando si tratta di fare viaggi o cosa cucinare la sera. Partendo da ciò, risulta più semplice decentrarsi, capire che non è così per tutti, decidere di mettere il tuo privilegio a servizio di qualcuno che non ha sperimentato la tua stessa libertà. La missione in Bosnia, per me, ha rappresentato anche la possibilità di mettermi in gioco in questa ottica, facendo contemporaneamente qualcosa di utile e condiviso in buona compagnia. La settimana a Medjugorje è stata costruita non solo per darci la possibilità di essere noi stessi strumento a servizio di altri, ma anche per renderci protagonisti del nostro tempo. Nel corso dei primi giorni, divisi in gruppetti e accompagnati dallo staff, abbiamo cantato con gli anziani in casa di riposo, giocato con gli ospiti dell’ospedale psichiatrico, visitato famiglie e persone sole consegnando cibo e vestiti, sperimentando la dimensione missionaria del gratuito dono di sé. Gli ultimi giorni, invece, sono stati dedicati a momenti di spiritualità individuali e collettivi nei luoghi simbolo di Medjugorje, come rosario e via Crucis sul monte delle apparizioni; abbiamo inoltre ascoltato le intense testimonianze di vita degli ospiti della comunità Cenacolo, una realtà di recupero per tossicodipendenti, presso cui l’ultima sera si è tenuto un concerto, compreso di adorazione finale, della band cattolica “Reale”, i cui frontmen si sono conosciuti proprio qui. Sono molto grata di aver partecipato a questa esperienza, mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto e spero che questa breve restituzione vi abbia fatto assaporare la stessa allegria che ho provato io in quei giorni.
Il gruppo di Gioventù Missionaria