Incontro del vescovo Castellucci con i dirigenti scolastici
Nei giorni scorsi l’arcivescovo Erio Castellucci ha incontrato i dirigenti scolastici della provincia di Modena. L’evento, ormai una tradizione, è stato un’importante occasione di confronto sul tema del Giubileo, la speranza, declinata nel mondo della scuola
di Giovanni Boschini*
Foto Siciliani – Gennari /SIR
La scuola, serbatoio di visioni
L’arcivescovo Erio Castellucci ha incontrato una quarantina di dirigenti scolastici della provincia di Modena presso l’arcivescovado.
L’evento, ormai divenuto una tradizione, ha rappresentato un’occasione preziosa per confrontarsi, nel contesto delle attività sinodali e del giubileo, sulla speranza nel mondo della scuola, motore del futuro delle giovani generazioni. Erano presenti dirigenti delle scuole statali e paritarie dei diversi ordini e gradi, scuole dell’infanzia e primarie, istituti secondari di primo e secondo grado della città e della provincia.
L’incontro si è aperto con i ringraziamenti di monsignor Castellucci ai presenti e con una breve introduzione del referente per la pastorale scolastica che ha evidenziato come i giovani siano ancora animati da una ricerca di forti speranze di senso o riuscita nella vita, dietro un’apparenza a volte di passività o disorientamento.
I ragazzi restano infatti curiosi e attivi, sempre con lo sguardo su nuove informazioni e stimoli, sebbene le loro modalità di ricerca possano risultare confuse e poco leggibili per gli adulti. È questo che porta ad una percezione equivoca del loro atteggiamento.
A ben vedere la speranza, elemento fondamentale nel percorso educativo, rimane un tratto distintivo della gioventù, ma si materializza e si scontra con schemi e prassi che non sempre riescono a intercettare le reali esigenze dei giovani.
È qui che la scuola interviene e deve intervenire, offrendo un ambiente in cui il futuro possa essere coltivato e nutrito.
Dai dati delle statistiche più recenti emerge che i giovani hanno fiducia nella scuola e speranza di incamminarsi nel mondo del lavoro, anche se nutrono timori rispetto alla precarietà ed alla instabilità.
Contano molto sul supporto della famiglia, anche se non si proiettano a loro volta verso una esperienza forte e stabile di tipo relazionale ed affettivo personale. Tengono molto alla parità, alla inclusione, alla qualità della vita e dell’ambiente. La scuola è quindi chiamata a occuparsi e promuovere questi elementi di vita attraverso un dialogo costante e aperto con i ragazzi.
La scuola, resta ormai l’ultima comunità unitaria di linguaggio e di cultura e gioca un ruolo fondamentale nel coltivare la speranza nei giovani perché in essa continuano ad elaborarsi e costruirsi visioni etiche nel dialogo e nel confronto, contrastando la frammentazione e l’individualismo della società odierna.
Tutti gli insegnanti, e tra loro anche quelli di religione, hanno una grande responsabilità nel promuovere la speranza e nel tutelare i minori. Per gli insegnanti diventa prioritaria la capacità empatica e relazionale, fondamentali per guidare i giovani in un percorso di crescita integrale.
Gli interventi dei dirigenti scolastici hanno evidenziato diverse sfide educative che si pongono nella relazione tra scuola, ragazzi, famiglie e società. Il Pnrr ha permesso alle scuole di dare vita a numerose iniziative ed attività anche pomeridiane che offrono nuove opportunità di crescita per gli studenti: arricchimento delle conoscenze e competenze culturali e scientifiche, ampliamento delle attività laboratoriali, inserimento di nuovi argomenti, cultura dell’inclusione, sostegno ai ragazzi più fragili.
Anche se il Pnrr rappresenta una seria difficoltà per la burocratizzazione della attività scolastiche, ha comunque accelerato nella scuola la realizzazione di ambiti di crescita adatti a ciascuno studente. Ma ci sono anche note di criticità rispetto al futuro che frenano i cammini di speranza.
Se fino a venti anni fa, le nuove generazioni agivano nella prospettiva di migliorare la propria condizione rispetto a quella della famiglia di origine, oggi, invece, ci troviamo di fronte a una generazione che vede un arretramento di condizioni che impaurisce e disorienta giovani.
In questa situazione la scuola è chiamata a dare un senso e a offrire un supporto concreto e gli insegnanti hanno una grande responsabilità nel promuovere la speranza e nel tutelare i minori.
La scuola deve essere un luogo di dialogo e confronto, dove si affrontano temi cruciali come le scelte di orientamento professionale, e più in generale di orientamento esistenziale e personale, dove i ragazzi imparano a valutarsi e riflettere sulle proprie competenze e sulle scelte, in cui si lavora insieme sulle relazioni e la sicurezza sociale, sulla parità di genere, sull’affettività vissuta e valorizzata nel rispetto, sulla prevenzione del bullismo e del cyber-bullismo e delle relazioni che scivolano nella violenza.
I dirigenti hanno richiamato l’importanza di un approccio etico, oltre che tecnico, nella gestione di questi fenomeni. Tra tutti i temi è stata richiamata la grande attenzione all’affettività su cui è necessario avviare azioni educative e sulle relazioni formative familiari e con gli adulti che segnano criticità non solo nell’adolescenza ma fino dalla scuola dell’infanzia.
Urgente e coinvolgente anche per la Chiesa, oltre che per la scuola, è la partecipazione alle attività di integrazione tra ragazzi di diverse culture e religioni.
Monsignor Castellucci ha concluso l’incontro ribadendo l’importanza della scuola come luogo di speranza e di progettualità. Nonostante le difficoltà e le incertezze del presente, la scuola può e deve essere il motore di un futuro più alto per i giovani. La speranza fiorisce dove ci sono persone amiche pronte a sostenere e guidare, dove le relazioni sono rinnovate dalla forza dell’ascolto e del dialogo.
I giovani guardano e giudicano gli adulti e gli insegnanti, ma sanno riconoscere chi si dedica a loro con cura ed attenzione.
L’incontro ha evidenziato la necessità di un impegno congiunto tra scuola, famiglia e società per costruire un futuro di speranza per le nuove generazioni. La scuola, come comunità educante, ha il compito di formare non solo intellettualmente, ma anche umanamente e spiritualmente, i cittadini di domani.
È quindi fondamentale che gli adulti, in particolare gli insegnanti, siano consapevoli del loro ruolo di guida e di riferimento per i giovani, offrendo loro un esempio di integrità, empatia e apertura al dialogo.
In conclusione, l’appuntamento ha rappresentato un momento di riflessione e confronto prezioso, che ha messo in luce sia le sfide che le opportunità del mondo educativo odierno.
La speranza, intesa come motore di crescita e cambiamento, deve essere al centro del percorso formativo dei giovani, affinché possano affrontare il futuro con fiducia e determinazione.
*Direttore Pastorale scolastica