Nuovi passi verso l’unificazione delle Diocesi di Modena e di Carpi
Lo scorso 15 marzo, presso la parrocchia Gesù Redentore a Modena, si è tenuta la riunione congiunta dei consigli pastorali delle Chiese di Modena-Nonantola e di Carpi. Al centro dei lavori di gruppo, in stile sinodale, il percorso di unificazione delle due Diocesi negli aspetti territoriali e di pastorale
di Virginia Panzani
Parte attiva nel processo di unificazione delle Chiese di Modena-Nonantola e di Carpi sono i rispettivi consigli pastorali diocesani, che si sono riuniti in seduta congiunta lo scorso 15 marzo, presso la parrocchia Gesù Redentore a Modena. A presiedere l’incontro, con una settantina di partecipanti, il vescovo Erio Castellucci. All’ordine del giorno erano alcuni passaggi importanti che si stanno appunto compiendo nel percorso di unificazione delle Diocesi di Modena e di Carpi e che, almeno per l’ambito della pastorale, potrebbero già essere effettivi entro il prossimo mese di settembre, all’inizio appunto del nuovo anno pastorale.
Dal punto di vista territoriale, si fa avanti la strada che porterà alla creazione di cinque Vicariati nella nuova Diocesi: la cosiddetta Bassa – corrispondente ai comuni dell’Area Nord, da Mirandola a Finale Emilia -, Carpi – corrispondente all’incirca all’Unione Terre d’Argine -, Modena-Nonantola, Pedemontana e Montagna. Si fa avanti anche l’idea di attribuire più competenze ai Vicari, in particolare nella gestione delle strutture.
Per quanto riguarda gli uffici di Curia, si va verso un loro accorpamento fra omologhi, passando da “uffici” a “servizi”, in modo da evitare sovrapposizioni e con articolazioni territoriali e sedi sia a Modena che a Carpi. L’obiettivo è quello di migliorare il loro supporto alla vita pastorale e di favorire le sinergie.
Si tratta di temi che erano stati affrontati, in precedenza, negli incontri congiunti dei vicari episcopali, dei consigli presbiterali e dei responsabili degli Uffici di curia delle rispettive Diocesi.
Rispettando lo stile sinodale e partecipativo, i membri dei consigli pastorali si sono suddivisi, alla riunione dello scorso 15 marzo, in alcuni gruppi che, dialogando sugli aspetti illustrati, hanno raccolto alcune riflessioni e sollecitazioni significative, poi presentate in seduta plenaria a tutti. E’ emersa in particolare la richiesta di rivolgere un’attenzione particolare alle piccole realtà ecclesiali sul territorio: ad esempio là dove non c’è un parroco residente vengano garantiti i servizi liturgici e si possa valorizzare quanto esiste. Riguardo ai Vicariati, si è evidenziata l’opportunità che il responsabile sacerdote sia affiancato da laici e laiche, dunque una maggiore corresponsabilità. Si è inoltre ribadita l’importanza della formazione, perché una buona riorganizzazione si accompagni appunto ad una formazione sul come “vivere bene” all’interno della nuova realtà ecclesiale, e si è espresso infine l’auspicio che le strutture, a vari livelli, siano omogenee e ci possa essere una maggiore possibilità di dialogo.
Come hanno commentato alcuni dei partecipanti al termine della riunione, la capacità, messa in atto all’incontro, di pensare e di ragionare insieme in modo costruttivo, sinodale, è la dimostrazione che le nostre comunità ecclesiali sapranno portare avanti e vivere, allo stesso modo, la riorganizzazione che si sta creando.
Da citare, in conclusione, l’ambito burocratico e amministrativo, più articolato e complesso, che è affidato alla consulenza di professionisti, quali commercialisti e notai. Fra gli aspetti su cui si sta lavorando, la fusione dei due enti giuridici Diocesi e dei due Istituti diocesani per il sostentamento del clero.
Ai primi di aprile, è previsto l’incontro di monsignor Castellucci con il Nunzio Apostolico in Italia per presentare i lineamenti della nuova Diocesi, messi a punto congiuntamente con i rispettivi vicari episcopali, collegi presbiterali e consigli pastorali diocesani.