Sorella Acqua
Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell'acqua
di Marta Bellodi, Tirocinante Ho Avuto Sete
Il 22 marzo sarà la Giornata mondiale dell’acqua, indetta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite in occasione della conferenza di Rio del 1993. Quest’anno l’intento è di farci riflettere sull’importanza della conservazione dei ghiacciai.
Nel 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e Unesco ricordavano che 2,2 miliardi di persone non disponevano ancora di acqua potabile gestita in modo sicuro. Ancor oggi, 115 milioni di abitanti del pianeta fanno uso solo di acqua di superficie, con conseguenze drammatiche sulla salute, pertanto poter accedere, tramite un pozzo ad acque più sicure, è parte della storia dell’umanità ma soprattutto un obiettivo da perseguire tuttora.
Nel profondo Medioevo i pozzi erano al centro dei chiostri conventuali e rappresentavano un simbolo spirituale: la ricerca interiore e la connessione con la “fonte divina”, poiché il pozzo era un luogo da cui si attingeva l’acqua, elemento essenziale per la vita e simbolo di purificazione e rigenerazione spirituale. Ma anche il centro della comunità: situato nel chiostro, spazio di meditazione e riflessione, il pozzo diventava il fulcro attorno al quale si raccoglieva la comunità monastica, rappresentando l’unità e la coesione. Anche nelle antiche piazze pubbliche delle nostre città il pozzo era il punto di raccolta degli abitanti e la meta ambita di chi conquistava il dominio delle città stesse. L’acqua pertanto collega le comunità, alimenta la terra e nutre l’anima. Garantire l’accesso a questa risorsa essenziale non è solo un atto di giustizia, ma un gesto di riconoscimento della nostra comune umanità.
E’ in questo contesto che nasce l’impegno concreto dei volontari. Da tredici anni tantissime sensibilità di Carpi, Modena e dintorni, animano l’organizzazione di volontariato, Ho Avuto Sete, che esplicita già nel nome il tentativo di lenire la piaga della mancanza d’acqua in diverse parti del mondo, in Africa ma non solo. Infatti in questi anni sono stati realizzati 34 impianti idrici, consentendo l’accesso all’acqua potabile a più di 40.000 persone. Ciò che sorprende coloro che vengono a contatto con le testimonianze dei viaggi inaugurali dei pozzi è la gioia di questa nuova vita che sorge al centro del villaggio. In particolare i bambini e le donne, principali vittime della mancanza d’acqua, appaiono felici perché consapevoli del cambio significativo che ciò comporta nelle loro vite, travolte da disuguaglianze così profonde.
L’Africa è un continente immenso con diversità enormi, straordinaria vitalità, ricchezze e sofferenze che interrogano gli europei che siamo; Ho Avuto Sete ha scelto di collocare gli impianti idrici in alcune zone più svantaggiate del Burkina Faso, Benin, Repubblica Centrafricana, South Sudan, Etiopia, Kenya, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Malawi, Tanzania e Mozambico. Non solo, Ho Avuto Sete sta potenziando piccole strutture sanitarie con apparecchiature di ambito radiologico e ginecologico e la conseguente formazione di infermieri e medici, creando così sinergie costruttive tra il mondo ospedaliero emiliano e ambulatori medici africani. Questi centri medici diventano così lettori preziosi di dati scientifici e sociologici che non possono che aiutare il cammino di tutti verso una crescita comune.
Pertanto la missione associativa non è solo fare, ma far riflettere, lontani dagli stereotipi, in un percorso culturale che coinvolge tutta la cittadinanza. Ne è un esempio il Docufilm “La Grande Sete” prodotto da Rai 3, realizzato da Piero Badaloni e Ho Avuto Sete. Così come l’incontro con il Cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che sarà presente a Carpi il 10 aprile e il Festival HAS (Ho Avuto Sete) del 17 maggio, su “Sete di Giustizia” rappresenteranno una qualificata riflessione sulla povertà e le disuguaglianze che accomunano tante comunità nel mondo.