Eventi. Inaugurata la mostra fotografica “Quotidiana speranza”
Promossa dal Gruppo Fotografico Grandangolo e da Notizie nel contesto dell’anno giubilare
“La piccola speranza avanza tra le sue due sorelle grandi (fede e carità, ndr) e non si nota neanche”. E’ una famosa citazione tratta da uno scritto di Charles Peguy (Il portico del mistero della seconda virtù) che monsignor Gildo Manicardi ha voluto mettere in parallelo all’aggettivo “quotidiana” che accompagna la speranza nel titolo della mostra inaugurata sabato 15 marzo. Infatti è proprio a partire dal “piccolo” del vissuto di ognuno che hanno tratto ispirazione i progetti fotografici esposti in Sala Duomo. Oltre al Vicario Generale della Diocesi di Carpi il momento inaugurale ha visto l’intervento dell’assessore alle politiche culturali del Comune di Carpi Giuliano Albarani e del fotografo Enrico Genovesi. A fare gli onori di casa Danilo Baraldi, presidente del Gruppo fotografico Grandangolo e Luigi Lamma, direttore di Notizie, promotori dell’iniziativa che ha preso le mosse dagli spunti forniti dalla Bolla di indizione del Giubileo “Spes non confundit” in particolare nella sezione dove il Papa elenca i “segni dei tempi” che chiedono di essere trasformati in “segni di speranza”.
L’assessore Albarani ha messo in evidenza il valore dell’iniziativa innanzitutto per la sfida che i fotografi hanno raccolto misurandosi con un tema così difficile ma quanto mai urgente in questo tempo dove sembrano prevalere il cinismo e il fatalismo rispetto ai drammatici eventi della cronaca che portano di fatto alla passività e all’indifferenza. Altro aspetto positivo da cogliere in questo progetto, ha ricordato Albarani, è l’incontro tra esperienze culturali diverse, in questo caso un Gruppo fotografico e un settimanale cattolico, e l’allargamento anche ad una realtà scolastica della prima infanzia, la scuola materna Arcobaleno presente in mostra con un proprio pannello. “Mi è piaciuto molto il titolo della mostra – ha affermato mons. Manicardi – perché parla di un luogo, il quotidiano, in cui la speranza è molto importante”. La speranza, per i credenti, è una virtù teologale che afferisce alla sfera soprannaturale, insieme a fede e carità come ricordava la citazione di Peguy. Ma c’è anche la speranza umana, espressione della “dinamica dell’ottimismo” che va intesa come capacità di reagire al male, alle disgrazie e anche al “cattivo umore”. Una delle più esplicite modalità in cui si può rappresentare la “quotidiana speranza” ha ricordato Manicardi attingendo direttamente alla Bolla di Papa Francesco, è la “trasmissione della vita” di cui oggi si rileva un deficit preoccupante.
Il fotografo Enrico Genovesi, autore di diversi progetti di fotografia sociale, ha confermato la difficoltà di rappresentare con le immagini un’idea astratta come la speranza, ma l’abilità del fotografo sta proprio nella capacità di evocare in chi guarda reazioni ed emozioni che riconducono a quel bisogno fondamentale di ogni uomo e di ogni donna, sperare, poter guardare oltre al contingente. Nel pomeriggio Genovesi ha approfondito il tema dialogando con alcuni fotografi a partire dalle sue esperienze, in particolare quella che lo ha visto impegnato per oltre quattro anni con la comunità di Nomadelfia ma anche un progetto dedicato all’emergenza abitativa nella sua città, Livorno, e un altro culminato in un volume fotografico curato per il Centro Servizi del Volontariato Toscano.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 marzo nei giorni di sabato e domenica 10.30/12,30 – 16/19, giovedì 10.30/12.30.
L.L.