I vescovi elvetici riflettono sul suicidio assistito
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
In questi giorni la regione Toscana ha approvato una proposta di legge per regolamentare il suicidio assistito, la procedura con cui, a determinate condizioni, ci si autosomministra un farmaco letale. La Toscana diventa così la prima Regione italiana a essersi dotata di una legge sul suicidio assistito, che in Italia è legale dal 2019 in virtù di una sentenza della Corte costituzionale. Tante sarebbero le questioni da sollevare, mi limito a ricordare le parole dei vescovi della Svizzera che, nel 2019, promulgarono un documento dedicato al comportamento pastorale da attuare di fronte alla pratica del suicidio assistito. Nel documento si legge come il suicidio assistito sia radicalmente contrario al messaggio evangelico e, la sua pratica, è contraria al dovere di proteggere la vita delle persone dal loro concepimento alla morte naturale.
Dal punto di vista pastorale, i vescovi elvetici sollevano un problema non da poco, considerando che spesso, indipendentemente dal desiderio di ricevere un sacramento, i pazienti che aspirano al suicidio assistito richiedono un accompagnamento umano e spirituale e desiderano la presenza di un operatore pastorale o di una persona impegnata nella Chiesa o di un sacerdote. Davanti a ciò, si ritiene improprio lasciare queste persone nella solitudine e nell’angoscia. L’orientamento generale richiederebbe di accompagnare le persone che hanno deciso di suicidarsi per poi lasciare fisicamente la stanza al momento in cui viene somministrato il farmaco per testimoniare l’assoluto diniego alla pratica e l’amore alla vita, pur tuttavia, senza far mancare il sostegno necessario a queste persone disperate.
La Chiesa vuole essere chiara nel testimoniare l’assoluta non cooperazione al male ma, non per questo, è sorda al grido dell’uomo. I vescovi, inoltre, invitano a riflettere su altre persone fragili che sono gli amici e i parenti di chi si suicida in questo modo: assistere impotenti ad un suicidio può avere su di loro traumi psicologici enormi. Oltre alle persone che chiedono il suicidio occorre pensare ad accompagnare spiritualmente, psicologicamente ed umanamente anche chi è legato a questi pazienti. Il tema è estremamente delicato e questo documento mette in luce dei particolari molto interessanti. Questo ci induca ad una riflessione attenta e profonda senza superficialmente schierarsi dalla parte dei favorevoli o dai contrari.