1° marzo, Sant’Albino
Coraggioso vescovo nella Francia dei re merovingi
Nato verso il 469 a Vannes nella Bretagna da nobile famiglia, fu monaco e quindi (504) abate a Tincillac (o Cincillac), da identificarsi con Nostra Signora di Nantilly a Samour o a Théhillac, presso Guérande. Per circa venticinque anni Albino resse santamente l’abbazia, e la fama delle sue virtù ebbe rapida diffusione tanto che nel 529 fu eletto, per desiderio popolare e nonostante le sue resistenze, vescovo di Angers. Lottò particolarmente contro i matrimoni incestuosi, frequenti tra i nobili, in un’epoca in cui la Francia era già quasi interamente governata dalla dinastia merovingia, il cui primo sovrano, Clodoveo (†511), era stato battezzato da San Remigio.
Partecipò ai concili di Orleans del 538 e 541. Gli energici richiami morali di Albino incontrarono l’opposizione di alcuni nobili e vescovi e gli procurarono minacce di morte, ma dall’approvazione di San Cesario trasse nuova lena per proseguire nella sua difficile e pericolosa opera moralizzatrice. Morì il 1° marzo 550 ad Angers e fu sepolto nella chiesa di St. Pierre d’Angers; ma già nel 556 gli fu dedicata una chiesa nella cui cripta le sue spoglie vennero traslate. Presso la chiesa sorse immediatamente un’abbazia (il cui primo abate fu, forse, Sapaudo) e in essa il corpo di Albino trovò definitiva sistemazione nel 1126. Da Gregorio di Tours sappiamo che già ai suoi tempi il culto di Sant’Albino era oltremodo diffuso; in seguito si estese in Germania, in Inghilterra e in Polonia, facendo di Albino uno dei santi più popolari del Medio Evo. (tratto da Santi e Beati)