Una carità da dilatare
Servire con gioia e aprirsi ai poveri il mandato ai diaconi
L’esercizio della carità, insieme alla preghiera e al digiuno, è una delle tre vie indicate per la conversione del tempo di Quaresima. Il servizio, specie nei confronti dei più poveri, è la missione dei diaconi, ribadita dal Papa in occasione del loro Giubileo che si è svolto a Roma dal 21 al 23 febbraio. Nutrita la delegazione dei diaconi della diocesi di Carpi con le rispettive consorti: Giuseppe Migatti, Arrigo Po, Roberto Tamelli, Claudio Zerbini, Stefano Zerbini.
“Il lavoro gratuito che svolgete come espressione della vostra consacrazione alla carità di Cristo, è per voi il primo annuncio della Parola, fonte di fiducia e di gioia per chi vi incontra”. Lo scrive il Papa, nel testo dell’omelia preparata per il Giubileo dei diaconi, letto da mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, nella messa presieduta nella basilica di San Pietro. “Accompagnatelo il più possibile con un sorriso, senza lamentarvi e senza cercare riconoscimenti, gli uni a degli altri, anche nei rapporti con i vescovi e i presbiteri, come espressione di una Chiesa impegnata a crescere nel servizio del Regno con la valorizzazione di tutti i gradi del ministero ordinato”. “Il vostro agire concorde e generoso sarà così ponte che unisce l’Altare alla strada, l’Eucaristia alla vita quotidiana delle persone; la carità sarà la vostra liturgia più bella e la liturgia il vostro più umile servizio”, assicura Francesco.
“Allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno, là dove vive sostegno te”. È uno dei compiti dei diaconi. “Dare senza chiedere nulla in cambio unisce, crea legami, perché esprime e alimenta uno stare insieme che non ha altro fine se non il dono di sé e il bene delle persone”, scrive Francesco: “San Lorenzo, vostro patrono, quando gli fu chiesto dai suoi accusatori di consegnare i tesori della Chiesa, mostrò loro i poveri e disse: ‘Ecco i nostri tesori!’. È così che si costruisce la comunione: dicendo al fratello e alla sorella, con le parole, ma soprattutto con i fatti, personalmente e come comunità: ‘Per noi tu sei importante’, ‘Ti vogliamo bene’, ‘Ti vogliamo partecipe del nostro cammino e della nostra vita’. Questo fate voi: mariti, padri e nonni pronti, nel servizio, ad allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno, là dove vivete”. Secondo il Papa, la missione dei diaconi, “che vi prende dalla società per immettervi nuovamente in essa e renderla sempre più un luogo accogliente e aperto a tutti, è una delle espressioni più belle di una Chiesa sinodale e in uscita”. “Vivere ogni nostro ministero con un cuore umile e pieno di amore e ad essere, nella gratuità, apostoli di perdono, servitori disinteressati dei fratelli e costruttori di comunione”, l’invito finale.