Bibbia, una lettura non contro ma per l’incontro
A proposito di Bibbia a scuola: seconda parte del commento sulle nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo
di Brunetto Salvarani
Riprendiamo il commento sulle alle nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo, annunciate qualche settimana fa dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara. In terza battuta, cedo la parola a Italo Fiorin, pedagogista cattolico assai qualificato, che oggi presiede la Scuola di alta formazione Educare alla solidarietà e all’incontro – Eis della Lumsa di Roma. Il quale, sull’ipotesi dello studio della Bibbia, osserva che “ovviamente non c’è nulla di sbagliato nell’introdurre testi di natura religiosa che sono, anche, di rilevanza culturale e letteraria”. Aggiungendo tuttavia che “il problema è il modo in cui viene presentata l’introduzione dei testi biblici. Sembra una proposta che ha l’obiettivo di affermare l’identità e l’appartenenza specifica. Invece avremmo bisogno di far leggere ai nostri ragazzi diversi testi religiosi per confrontarli, riflettere e lavorare insieme per superare le differenze”.