Incontro del Vescovo con i catechisti della zona pastorale di Mirandola
Lo scorso 15 febbraio, nella sala di comunità della parrocchia di Quarantoli, il vescovo Erio Castellucci ha guidato l’incontro di formazione per i catechisti della zona pastorale di Mirandola sul tema dell’Anno giubilare, “Pellegrini di speranza”
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Ha parlato della speranza (e ha dato speranza!) il vescovo Erio Castellucci incontrando i catechisti, e non solo, della zona pastorale formata dalle parrocchie nel comune di Mirandola, nell’ambito del percorso di formazione che è stato pensato dal Consiglio pastorale della zona sul tema del Giubileo: “Pellegrini di speranza”.
L’incontro, che si è tenuto sabato 15 febbraio, nella sala di comunità della parrocchia di Quarantoli, ha visto la partecipazione di un’ottantina di persone.
La speranza, ci ha ricordato don Erio, sostiene ogni momento della vita e ci permette di vivere e non di “vivacchiare”, perché se è vero che “finché c’è vita c’è speranza” è altrettanto vero che “finché c’è speranza c’è vita”.
In un contesto di crisi che sembra non si risolvano mai, noi cristiani siamo chiamati a innestare speranza, altrimenti non siamo cristiani. È questo il nostro servizio all’umanità di oggi: portare speranza. Speranza che non è illusione (“andrà tutto bene!”) e neanche semplice ottimismo.
La speranza cristiana nasce con la risurrezione di Gesù. Ci permette di attraversare anche grandi difficoltà. È la speranza dell’amore, di amare ed essere amati, come dice San Paolo nella lettera ai Romani: “la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Ed è un investimento possibile già in questa vita dove iniziamo a sperimentare la vita eterna, se prendiamo sul serio la nostra esistenza. E noi sappiamo già cosa costruisce la vita e le dà senso: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…” (Mt 25).
E nel cammino della vita ci sostiene il pensiero della meta: l’incontro con il Signore, un incontro nel quale Dio porterà a compimento il bene che troverà dentro di noi e brucerà il male.
Quindi “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15) con la vita e con segni (e semi) di speranza.
V. P.