Linee guida ministeriali 2024 per la PMA – Parte II
Etica della vita, rubrica a cura di Gabriele Semprebon
Dopo la pubblicazione della prima parte, ora consideriamo con più puntualità chi può accedere alle tecniche. Il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate o spiegate perché documentate da atto medico. Le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono applicate in base ai seguenti principi: a) gradualità (evitando invasività tecnica e psicologica) e consenso informato. Il medico responsabile della struttura può decidere di non procedere alla PMA esclusivamente per motivi di ordine medico-sanitario e, in tale caso, deve fornire alla coppia motivazione scritta di siffatta decisione. Anche l’accesso alla PMA eterologa, (quindi con donazione di gameti esterni alla coppia) deve ispirarsi al principio di gradualità e detta metodica viene ammessa esclusivamente a fronte della sussistenza di specifiche condizioni certificate e documentate da atto medico, quali da un lato la presenza della diagnosi di una patologia che sia causa irreversibile di sterilità/infertilità assolute; dall’altro lato, il fallimento di altri metodi terapeutici. In merito al consenso informato, le linee guida consentono la revoca da parte di ciascuno dei soggetti fino al momento della fecondazione dell’ovulo o in caso di diagnosi genetica preimpianto fino al momento del transfer. Viene sottolineato che la volontà al trasferimento dell’embrione in utero, stante quanto previsto dalla legge, può essere revocata da entrambi i soggetti in qualunque momento quando sia stata applicata una tecnica di diagnosi preimpianto che abbia diagnosticato una patologia dell’embrione. Dopo la fecondazione dell’ovocita, il consenso alla PMA non può essere revocato e la donna può richiedere l’impianto dell’embrione anche se il partner sia deceduto. Le tecniche di PMA vengono suddivise in I, II e III livello. Le procedure includono: la inseminazione intrauterina; la fecondazione in vitro e il trasferimento intrauterino di embrioni; la microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo; la crioconservazione dei gameti e degli embrioni; la biopsia embrionale per eseguire i test genetici di preimpianto. Nel caso di applicazione di tecniche di PMA con donazione di gameti, non è possibile per le coppie scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore. Sono previsti test genetici con finalità di individuare malattie genetiche presenti nell’embrione.
(parte II)