Gruppo Familiari Alzheimer, positivo bilancio per la mostra “Memoria di Me”
Bilancio positivo per la mostra fotografica “Memoria di Me” di Marco Menozzi allestita al Museo diocesano per iniziativa di GAFA (Gruppo Assistenza Familiari Alzheimer)
di Virginia Panzani
Si è conclusa a fine gennaio la mostra “Memoria di Me” del fotografo Marco Menozzi al Museo diocesano in Sant’Ignazio a Carpi. Inaugurata lo scorso 1° dicembre, con la conferenza dal titolo “Quando l’arte ci fa star bene” e i canti del coro “I simpatica-mente”, l’iniziativa è stata organizzata da GAFA (Gruppo Assistenza Familiari Alzheimer) e promossa dal tavolo DFC Carpi (Comunità Amica della persona con demenza) e dalla Diocesi di Carpi. Nei giorni scorsi, proprio una rappresentanza di GAFA, con la presidente, dottoressa Annalena Ragazzoni, e la dottoressa Vanda Menon, responsabile del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze del distretto di Carpi – Ausl Modena, si è recata in visita alla mostra e ne ha seguito il percorso sotto la guida dell’autore, Marco Menozzi, intervenuto per l’occasione. Un momento di confronto, anche toccante, fra l’esperienza vissuta dal fotografo e quelle dei presenti, in particolare nella vicinanza ai propri cari: un viaggio simbolico di forma circolare, attraverso lo spazio di Sant’Ignazio, per ritessere i fili della memoria – i ricordi – e rintracciare una storia personale e di famiglia, nel rapporto con quanti ci hanno preceduti e da cui tanto abbiamo ereditato. Un cammino tra i pannelli e le installazioni che gli stessi volontari in servizio al Museo diocesano hanno percorso durante i turni di servizio e che è stato stimolo alla riflessione sulla costruzione della propria identità.
“Ottimo il riscontro che abbiamo ricevuto dai visitatori – commenta la dottoressa Menon – e molto apprezzate le occasioni in cui era presente l’autore, con le sue spiegazioni semplici ma profonde, che hanno reso ancora più gradita la visita. Il segnale che volevamo dare alla città di Carpi, ovvero la possibilità di inclusione di ogni persona nella vita pubblica e culturale della propria comunità, se si applicano strumenti adatti all’integrazione, fisica o cognitiva, è stato compreso. Questo – conclude -, a livello mio personale e come associazione, ci rende particolarmente felici”.