Il lato umano della cura
Claudio Vagnini lascia la direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena. “Resto un medico al servizio”
di Maria Silvia Cabri
“Ho scelto di diventare medico per aiutare gli altri, chi si trova nel bisogno, chi è più fragile. La professione medica è prima di tutto un servizio”. Claudio Vagnini rimarca con queste parole la sua concezione della figura sanitaria, quella che lui ha incarnato nei suoi anni a servizio della sanità pubblica, quale, come si definisce, “medico del territorio”. Dal 1° febbraio, dopo quasi cinque anni, ha lasciato la direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena (Policlinico e Baggiovara), per andare in pensione, passando il testimone all’ingegner Luca Baldino. Tra i pilastri della gestione del dottor Vagnini, quale tema a lui molto caro, vi è sempre stata l’umanizzazione delle cure che in questi anni ha portato avanti in vari ambiti, con interventi concreti.
Dottor Vagnini, quanto è importante l’umanizzazione delle terapie?
A mio parere è fondamentale, perché strettamente connessa alla concezione del medico come “uomo dell’assistenza”, che si spende a tutela degli altri, specie dei fragili, come anziani, bambini, persone diversamente abili. L’umanizzazione delle cure significa darsi da fare sotto ogni aspetto affinché la vita di questi pazienti sia la migliore possibile. Al riguardo abbiamo fatto notevoli passi avanti che ci hanno portato a diventare un‘importante realtà a livello nazionale, e di questo sono molto orgoglioso, per esempio con le strutture di Geriatria e Ginecologia e Ostetricia. Il Policlinico di Modena è, inoltre, al quindicesimo posto e l’ospedale civile di Baggiovara al sedicesimo nella classifica dei migliori ospedali italiani. Ma c’è ancora tanto da fare.