La dignità nostra e altrui
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Un giorno ascoltai il racconto di un uomo: “quando mio padre fu colto dall’infarto mentre rientrava da lavoro e, pochi attimi prima di spirare, steso sul letto circondato dagli affetti più cari, mi chiamò a sé sussurrandomi quella frase: figliolo, nella vita potranno toglierti tutto, tranne la dignità”. Questo tema mi ha fatto sempre tanto pensare. Mantenere la dignità dell’altro è mantenere l’identità dell’altro; il volto dell’altro…altrimenti lo cancelliamo! Cos’è la dignità? La dignità è una qualità intrinseca della natura umana, non deve essere scambiata per “qualità di vita” altrimenti stratifichiamo vite di serie A o vite di serie B in base a certe condizioni esistenziali; la dignità è un principio che deve diventare normativo e vincolante, un diritto fondamentale: il filosofo Spaemann scrive: “non indica un specifico diritto umano ma dice qual è il fondamento di qualunque diritto umano”. Il principio dignità è un a priori, precede la persona stessa e non è legato a caratteristiche della persona e nemmeno dipende da speculazioni di origine filosofica o etica o scelte personali o collettive o da contrattazioni; la dignità, già per Cicerone, è un valore, per cui, Kant, successivamente, chiarisce bene che le cose hanno un prezzo mentre l’uomo ha un valore, quindi, deve sempre essere trattato come fine mai come mezzo. La dignità è irrinunciabile.
Il Consiglio di Stato francese, il 27 ottobre 1995, affermò come un essere umano non può (nemmeno volutamente) rinunciare alla propria dignità, così, a maggior ragione, nessuna persona può disprezzare la dignità di un altro essere umano. La riflessione cristiana, poi, nella storia ha contribuito in modo sostanzioso alla definizione di dignità, per esempio, nella istruzione “Dignitas Personae” si legge: Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona. Questo principio fondamentale, che esprime un grande “sì” alla vita umana, deve essere posto al centro della riflessione etica sulla ricerca biomedica, che riveste un’importanza sempre maggiore nel mondo di oggi. Anche una serie di documenti internazionali di grande rilievo si sono impegnati nel definire la dignità umana, con l’intento di costruire, su questa, un mondo migliore. Davanti a ciò ricordiamoci, dunque, che abbiamo un obbligo morale, verso noi stessi e verso gli altri, di trattarci e trattare chi ci sta accanto riconoscendone la dignità intrinseca; a ognuno di noi spetta di essere trattato con dignità perché: “…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Dante, Inferno, XXVI).