Giornata per la vita: interventi di Antonella Diegoli, presidente di FederVita ER, e di Gabriella Contini del Cif Carpi
In occasione della 47ª Giornata nazionale per la vita, Notizie di questa settimana pubblica gli interventi di Antonella Diegoli, presidente regionale di FederVita Emilia-Romagna, e di Gabriella Contini del Cif di Carpi
Da sinistra Antonella Diegoli e Gabriella Contini
In occasione della 47ª Giornata nazionale per la vita, Notizie pubblica gli interventi di Antonella Diegoli, presidente regionale di FederVita Emilia-Romagna, e di Gabriella Contini del Cif di Carpi, di cui di seguito pubblichiamo due estratti.
Nessuna costrizione, sempre vicinanza – Antonella Diegoli*
La vicenda della preghiera per la vita nascente davanti al Policlinico di Modena e, nei giorni scorsi, la conseguente interrogazione in consiglio comunale, se da una parte non ci ha meravigliato – episodi di intolleranza si riscontrano un po’ ovunque – dall’altra parte ci portano a constatare come una decina d’anni, in quella città, sia passata invano. Sul piano prettamente giuridico, ferma restando la libertà di espressione e di culto che la Repubblica garantisce, la questione gravita attorno a una legge dello Stato che difficilmente trova spazio per una applicazione integrale. Sappiamo perfettamente che molte donne affrontano l’aborto perché costrette, un quarto di esse (da una ricerca condotta in questa Regione diversi anni fa) affronta il post aborto con sensi di colpa difficili da superare, la metà avrebbe desiderato non dover abortire, ora la domanda è lecita: dov’è la libertà in questo? L’azione dei volontari dei Centri Aiuto alla Vita, da cinquant’anni presenti sul territorio italiano, è sempre di promozione e sostegno alla donna nel momento difficile e bellissimo di una gravidanza. Per chi lo desidera. Non ci sono costrizioni, sempre solo accompagnamento e vicinanza.
*Presidente FederVita Emilia-Romagna
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Oltre le ideologie – Gabriella Contini*
Osservando le modalità di manifestazione di alcune associazioni “pro aborto”, si ha la netta impressione che si voglia segnare un solco ideologico tra i pro e i contro, quando la complessità della questione, al contrario, richiederebbe una riflessione e un confronto. Al di là delle posizioni individuali, è sempre stata importante anche una chiave di lettura sociale e culturale della Legge 194/78 “Norme per la tutela della Maternità”, impegno al quale i cattolici non si sono sottratti. Per parlare del fenomeno è indispensabile conoscere la Legge, che si compone di due parti: la prima dedicata alla prevenzione dell’aborto e quindi all’aiuto socio-sanitario, la seconda alle modalità di esecuzione dell’IVG, “in presenza di un grave pericolo per la vita della donna, oppure quando siano accertate gravi anomalie del feto”. In ogni modo “l’IVG non è un mezzo per il controllo delle nascite”.
Anni fa a Carpi fu aperto un tavolo, “Scegliere di scegliere”, con un coinvolgimento di tutti i servizi: ospedale, consultorio, sevizi sociali e associazioni di volontariato, tra cui il Movimento per la Vita, con lo scopo di creare la necessaria collaborazione. Il frutto condiviso di questa attività fu un depliant, sul quale venivano riportate le possibilità di sostegno sociale e psicologico, compresa la possibilità di rivolgersi ad un’associazione di volontariato. Ancora oggi il depliant viene consegnato, a chi si presenta al consultorio per richiedere l’IVG affinché la donna possa ricorrere a tali sostegni, considerando che spesso la richiesta di IVG proviene da persone in difficoltà economica e socio-culturale.
*Cif (Centro Italiano Femminile) di Carpi
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