Il violino della Shoah
La storia dello strumento di Eva Maria Levy, deportata e morta ad Auschwitz, tra musica e parole. Venerdì 31 gennaio, alle 21, al Teatro di Carpi andrà in scena uno spettacolo dedicato a questo strumento
di Maria Silvia Cabri
La storia di un violino sopravvissuto alla Shoah, custode di un messaggio di speranza, di libertà e di amore per la musica. È questo prezioso strumento il protagonista de “Il violino della Shoah: l’ultimo testimone”, lo spettacolo con parole e musica che andrà in scena venerdì 31 gennaio, alle 21, al Teatro di Carpi, nell’ambito degli appuntamenti promossi dalla Fondazione Fossoli di Carpi per il Giorno della Memoria in cui vengono commemorate le vittime dell’Olocausto. Al Comunale, le note risuoneranno proprio dal violino Collin-Mézin recuperato dal Campo di Auschwitz, appartenuto alla deportata Eva Maria Levy, e saranno eseguite dalla violinista Alessandra Sonia Romano, accompagnata dalla fisarmonica di Nadio Marenco e dalle letture di Elda Olivieri. Alle musiche si alterneranno brevi letture dal libro dell’ingegner Carlo Alberto Carutti, collezionista di strumenti musicali d’epoca, che ricostruisce la vicenda, e la storia dalla violinista cui è stato affidato il violino nel 2016, con le foto e il materiale raccolto durante la ricerca per la ricostruzione storica dei fatti.