Dal Giubileo un messaggio per giornalisti e lettori
Scintille di bene che permettono di sperare
di Luigi Lamma
Ci sarà un perché se il primo grande evento dell’anno giubilare è stato dedicato alla comunicazione. Mettiamoci pure la felice coincidenza con la ricorrenza della festa San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio) appuntamento annuale per la pubblicazione del messaggio papale per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Dopo queste giornate (23-26 gennaio) trascorse tra convegni, testimonianze, celebrazioni culminati nell’incontro con il Papa, si è palesata l’urgenza che i comunicatori vivessero per primi l’esperienza giubilare, quasi come apripista, così da saperla meglio comunicare nel suo significato autentico, il messaggio di misericordia e conversione, e nella specifica connotazione che si è voluto dare a questo anno: lo straordinario annuncio che la speranza è possibile ed è per tutti.
I “segni dei tempi” inducono, in realtà, a ben altri pensieri, non a caso si rilevano tante situazioni di disperazione che i media raccontano e i social amplificano, spesso con accenti di odio, che dilaga come frutto di malevole e deliberate manipolazioni. Ciò che sta accadendo nella realtà della comunicazione oggi è stato ben descritto da Maria Ressa, giornalista filippina, premio Nobel per la Pace 2021, bersaglio di intimidazioni e di una campagna d’odio come risultato della miscela diabolica tra potere politico e finanziario generato dal governo delle tecnologie e dei social. Un sistema di privazione della libertà di informazione e di inchiesta che purtroppo si sta ampliando e riguarda una schiera sempre più ampia di giornalisti colpevoli di mantenere la “schiena dritta” davanti all’arroganza e alla prevaricazione dei potenti che vogliono metterli a tacere, sono lì a dimostrare che siamo davvero sul crinale di un precipizio dove amore per la verità e custodia della libertà rischiano di capitolare. Se questo è il contesto, tratteggiato per sommi capi, ma realistico la responsabilità di chi comunica e di chi legge o ascolta è enorme, richiama ad un’alleanza fiduciosa. Ai primi è richiesto lo sforzo di raccontare la speranza che non vuol dire rinunciare alla narrazione della realtà, anche se dolorosa e piena di negatività, ma “significa vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto, significa permettere di sperare anche contro ogni speranza”.
Per lettori e ascoltatori invece non è più ammessa la passività nella fruizione dell’informazione, ma occorre alimentare lo spirito critico, la verifica dei fatti, l’opposizione ad ogni messaggio che incita all’odio, lasciarsi interpellare dalle storie delle persone e da lì elaborare i giudizi sulla realtà, siano essi i fatti che accadono sotto casa sia quelli a dimensione planetaria. Quante motivazioni sono emerse da queste giornate per i giornalisti per vivere con passione e dedizione al bene comune la loro missione (che non è solo una professione). Anche per la chiesa e per le istituzioni democratiche è richiesto un supplemento di impegno per garantire la libertà di stampa, per favorire la liberazione dei giornalisti condannati e incarcerati per aver semplicemente fatto il loro mestiere. Poi l’invito a collaborare, giornalisti, istituzioni, cittadini più avveduti, perché non abbia a trionfare la menzogna o la logica della bugia che, solo perché amplificata, diventa una verità, influenzando così l’opinione pubblica, condizionando l’esito di elezioni, infamando un’autorità, un’istituzione o l’avversario politico.
“I grandi cambiamenti – ha ricordato il Papa nel suo discorso – non possono essere il risultato di una moltitudine di menti addormentate, ma prendono inizio piuttosto dalla comunione dei cuori illuminati”. Questo ambisce ad essere Notizie, insieme a voi lettrici e lettori, una “comunione di cuori illuminati”, con l’augurio che si allarghi sempre più grazie alle scintille di bene che ci permettono di sperare.