L’ultimo saluto a Lorenza Tarasconi, colpita nel 2013 da aneurisma cerebrale
“Mamma ha testimoniato il suo totale attaccamento alla vita, è rimasta sempre una persona forte, decisa e consapevole delle sue scelte. Fino all’ultimo. Ricordatela così”
“Mamma ha testimoniato il suo totale attaccamento alla vita, è rimasta sempre una persona forte, decisa e consapevole delle sue scelte. Fino all’ultimo. Ricordatela così”. Erika Borellini, dall’ambone della chiesa parrocchiale di Rovereto, si è rivolta con queste parole alle tante persone che hanno voluto partecipare ieri pomeriggio alle esequie funebri di Lorenza Tarasconi, venuta a mancare martedì all’età di 58 anni, per una ricaduta respiratoria. La donna era stata colpita da aneurisma cerebrale nel maggio 2013: da allora è sempre stata costretta a letto, incapace di muoversi e di parlare, ma riuscendo a comunicare con la figlia e il marito Stefano attraverso il battito delle ciglia. “La nostra Lorenza – ha affermato don Alex Sessayya, parroco di Rovereto – ha dimostrato fino all’ultimo di essere una combattente. E quale gesto di estrema nobiltà ha donato le sue cornee”. Rifacendosi al Vangelo di Giovanni, don Alex ha scelto una parola: “Stavano”. “Lo ‘stare’ indica la fedeltà a fronte della fuga di chi è scappato, una fedeltà messa alla prova, ma in comunione con Gesù, che allontana ogni solitudine. Lorenza, Erika e Stefano esprimono una fedeltà di comunione, hanno saputo ‘stare’ nel momento del dramma, della sofferenza, del quotidiano”. Rivolgendosi poi espressamente ad Erika, don Alex ha ricordato il suo ruolo di caregiver: «Letteralmente significa curare, custodire una persona con amore; significa ‘stare’, vigilare. Erika, prendendoti cura della tua mamma, le hai restituito tutto quello che lei ti ha donato quando sei nata: questo è un grande gesto d’amore che resterà nel vostro cuore e vi darà gioia. Lorenza non vi farà mancare nulla dal Cielo”. Al termine della messa, cui era presente anche il sindaco di Novi, Enrico Diacci, Erika ha ringraziato tutti quelli che in questi anni hanno accompagnato e sostenuto la sua mamma: “La sua esistenza è stata sempre travagliata, ma si è ‘ribellata’ per restare attaccata alla vita, fino all’ultimo, andando ben oltre le statistiche, rimanendo moglie, mamma e figlia, fino alla fine, con lo sguardo a volte da ‘tenente’, ma sempre con un immenso ‘cuore di panna’. E, insieme, come lei stessa desiderava, siamo andati alla ricerca della normalità: il mare, la montagna, i gelati al lago di Garda. E la sua voglia di ridere, anche poco prima di andarsene. Mamma è questa».
Erika, ingegnere elettronico, instancabile guerriera con il sorriso, non ha mai smesso di lottare per il benessere della mamma ma anche per fare valere il “diritto allo studio” di chi, come lei, oltre, ad essere studentessa universitaria era caregiver di un proprio caro, portando il suo caso ad avere una rilevanza nazionale e ha vinto questa battaglia: nel 2023 è stata proclamata dottoressa in Ingegneria Elettronica, alla presenza dell’inseparabile mamma Lorenza.