La scienza è sempre vera?
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Scienza deriva dal greco epistéme che significa un sapere che ha una certa garanzia di certezza, di validità, al contrario d’opinione. La scienza ha quindi una certa garanzia di certezza, cioè, è capace di descrivere, spiegare un fenomeno e di racchiuderlo in una formula senza la pretesa di essere la verità; la scienza riesce ad avere una porzione di verità ma non riesce a possederla tutta. A volte, però, la scienza fa da padrona, cioè, per i più sembra l’unica forma di conoscenza e l’unica proprietaria insindacabile della verità. Purtroppo, o per fortuna però, questa certezza è smentita da casi eclatanti rimbalzati agli onori della cronaca proprio attraverso le bibbie della scienza, cioè le riviste scientifiche accreditate in tutto il mondo. Per citare solo un caso che fece storia, il ricercatore sudcoreano Woo Suk Hwang sconfessò pubblicamente i risultati pubblicati su Science nel 2004 e nel 2005: Hwang non ebbe mai clonato un embrione, tantomeno le staminali embrionali. Di questi casi ne emergono sempre più e, oltre alla preoccupazione di constatare che esistono scienziati capaci di tutto pur di avere successo, emerge il fatto incontrovertibile che la scienza non è sempre un oracolo e non detiene la verità ma solo un pezzettino di questa. La scienza è soggetta all’errore ed al falso per sua intrinseca natura, occorre quindi essere veramente attenti nell’accreditarle la certezza insindacabile delle sue affermazioni.
Tanto per esemplificare: la visione di Tolomeo dell’universo è stata accolta come vera fino a quando Copernico ne ha dimostrato l’infondatezza; il meccanismo della circolazione del sangue di Galeno è stato criticato e riproposto da Harvey ecc. questo non significa che dobbiamo arrivare alla certezza “al primo colpo” ma comprendere e tenere presente che la ricerca della verità della natura si raggiunge a tappe e le tappe sono individuazioni degli errori fatti e proposte di teorie più vicine al vero. Pian piano si raggiunge sempre un po’ di più del vero, ma non tutto il vero. La verità scientifica è sempre esposta al dubbio: questa è l’essenza del metodo galileiano. Per questo è importante il pensiero di Popper, il quale afferma che la scienza si deve contraddistinguere per la possibilità di falsificazione delle sue teorie. L’evolversi della conoscenza non proviene dalla serie d’osservazioni fatte, ma dalla rapidità in cui si rivela l’errore della teoria; da qui si può fare un passo in avanti verso la verità. Detto questo è evidente che dobbiamo essere veramente attenti quando ci si dice che la tal notizia è vera perché l’ha data il tal scienziato. Rallegriamoci per il passo in avanti che si è fatto ma stiamo certi che quello che si è scoperto è solo un frammento della verità della vita, quella vita che è molto più grande ed irraggiungibile nella sua pienezza.