ADHD, la vivacità che va “oltre”
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, Adhd: la dottoressa Barbieri, traccia un quadro tra sintomi ed evoluzioni
di Maria Silvia Cabri
C’è chi lo ha definito il “disturbo disturbante”, in quanto non coinvolge solo il suo portatore bensì tutto il contesto sociale in cui il soggetto è inserito. È il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, in acronimo Adhd (dall’inglese Attention deficit hyperactivity disorder), un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da difficoltà nel mantenere l’attenzione, eccessiva attività e/o difficoltà nel controllare il proprio comportamento (ad esempio impulsività) che non appaiono adeguate all’età della persona. L’Adhd è stato al centro del convegno formativo “Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività. Dall’età evolutiva all’età adulta: diagnosi, presa in carico e terapia”, che si è svolto sabato 11 gennaio all’Auditorium Loria a Carpi, organizzato da Aifa Aps, Associazione Italiana Famiglie Adhd, in collaborazione con il Comune, l’Ausl di Modena e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Tra i relatori, la dottoressa Annalisa Barbieri, direttore del Servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza Vignola-Pavullo, e referente Adhd Ausl in Regione, intervenuta su “Diagnosi e presa in carico in età evolutiva”.
Dottoressa Barbieri, quali sono le caratteristiche del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività?
È un disturbo del neurosviluppo, con un aspetto genetico determinante. Questo significa che i bambini/ bambine hanno da subito certe caratteristiche, ma all’inizio è difficile discriminare. Sono vivaci e già dalla scuola dell’infanzia possono presentare difficoltà di attenzione ad ascoltare una filastrocca e passano velocemente da un gioco all’altro.