Verso la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Dal 18 al 25 gennaio si terrà la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal titolo “Credi tu questo?”
di Brunetta Salvarani, Responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Carpi
In questi ultimi anni si è parlato di ecumenismo, purtroppo, a partire dalla guerra in Ucraina spesso denunciandone, con articoli ed interviste, la crisi se non addirittura la dannosità. La posizione, a sostegno dell’invasione russa, di Kirill, patriarca di Mosca, che parla di “Russkij mir” (mondo russo), ha rimarcato, per molti, la sua inutilità, invece, proprio la drammatica rottura tra la Terza Roma – Mosca – ed il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli indica l’urgenza del dialogo ecumenico. E’ pur vero che di ecumenismo si è sempre discusso poco, considerato un falso problema, poco interessante, se non in presenza di altre confessioni cristiane, ma proprio papa Francesco nell’esortazione “Evangelii gaudium” (2013), scritta alcuni mesi dopo la sua elezione, in cui presenta il suo programma, scrive che: “L’impegno ecumenico risponde alla preghiera del Signore Gesù che ‘tutti siano una cosa sola’ (Gv 17,21). Dobbiamo sempre ricordare che siamo pellegrini e che peregriniamo insieme (cfr. Il tema del Giubileo). A tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenza, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio (n.244). Se la Chiesa deve annunciare il Vangelo in modo coerente, la divisione intercristiana è una grave controtestimonianza” (n. 246). Ed allora un esempio di “cammino insieme”: nel documento stilato dalla Commissione teologica cattolico- luterana “Dal conflitto alla comunione” (2017) si giunge ad affermare che “non si tratta di raccontare una storia diversa, ma di raccontare la storia in modo diverso e di raccontarla insieme, in modo condiviso”.
Nell’anno in cui ricordiamo il I Concilio Ecumenico di Nicea del 325, papa Francesco, nella Bolla d’indizione del Giubileo ribadisce che “Nicea rappresenta anche un invito a tutte le chiese e comunità ecclesiali a procedere nel cammino verso l’unità visibile, a non stancarsi di cercare forme adeguate per corrispondere pienamente alla preghiera di Gesù ‘perché tutti siano una cosa sola’ (Gv 17,21)” …ancora! E sarà un anno importante anche per la revisione della Charta Oecumenica (Strasburgo 2001) voluta dal KEK (Conferenza delle Chiese Europee) e dal CCEE (Consiglio Cattolico delle Conferenze Episcopali Europee) il cui aggiornamento, che riflette l’evoluzione della società europea e delle chiese, prevede l’introduzione di nuovi temi come l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico, le migrazioni, le nuove tecnologie. Il 27 aprile, a Vilnius, in Lituania, è prevista la presentazione della nuova Charta; speriamo sia dato risalto a questo documento, venga diffuso, letto, discusso, messo in pratica.
“Credi tu questo?”: domanda a cui dare risposta I padri conciliari di Nicea si sforzarono di dare una risposta alla domanda posta da Gesù a Marta che aveva -quasi – rimproverato il Maestro di non essere stato presente e di non aver impedito la morte del fratello Lazzaro (Gv 11,1727); ma è proprio in quel momento che Gesù si rivela come il Messia che ha potere sulla vita e sulla morte: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà, anzi, chi vive e crede in me non morirà mai” (vv. 25-26). Gesù pone allora una domanda, senz’altro guardando intensamente Marta negli occhi: “Credi tu questo?”. Come Marta, i padri di Nicea, noi, oggi, siamo chiamati a dare una risposta, singolarmente, come comunità, come cattolici e come cristiani. Anche la celebrazione che si svolgerà in Santa Chiara – ospiti delle sorelle Clarisse – domenica 19 gennaio alle ore 16.00, dopo l’ascolto della Parola di Dio, sarà proprio un dialogo che ci ricorderà quello di Gesù e Marta. Questo atto di riflessione e preghiera si spera possa essere illuminante ed illuminato da un gesto concreto, l’accensione delle candele la cui fiamma prenderà vita attingendo alla luce di Cristo Risorto che sarà, così, condivisa e solo allora potremo recitare insieme il Credo, proprio quello approvato a Nicea, che troverà conferma e si consoliderà nel tempo …fino ad oggi.