“Siamo un ramo innestato”. Commento al libro di Brunetto Salvarani “Un percorso difficile anche per Dio”
In preparazione alla giornata del dialogo ebraico-cristiano (17 gennaio) il commento all’ultimo libro di Brunetto Salvarani dal titolo “Un percorso difficile anche per Dio”
di Mons. Gildo Manicardi
Ho letto davvero con piacere e frutto il libro di Brunetto Salvarani e lo giudico uno dei più belli di questo autore e forse uno dei più coraggiosi.
1. Un avvio scherzoso
Per aprire la strada commento scherzando il titolo di copertina: Un percorso difficile anche per Dio
(Effata editrice, 2024, euro 18,00). Senza paura di scandalizzare, l’autore riprende il paradosso del filosofo, ebreo francese, Dan Arbib che definisce il dialogo tra la Chiesa e Israele “impossibile, ma nondimeno necessario”. Il titolo si accontenta di riprendere la sfida di Paolo De Benedetti, che parla di “un percorso difficile anche per Dio”. L’affermazione cozza con lo stile della Bibbia che ripete in tutti i testi. L’angelo Gabriele dice alla Vergine Maria “ Niente è impossibile a Dio”, per sostenere che il suo bambino sarà da lei concepito verginalmente. Allo stesso modo Gesù spiega come sia possibile l’impossibile ingresso di un ricco nel regno di Dio. Riprendiamo questo testo meno noto. “Gesù riprese e disse loro: ‘Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio’. Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: ‘E chi può essere salvato?’. Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: ‘Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio’” (Mc 10,25-27). La mia conclusione finale è favorevole alla titolatura. Un percorso difficile anche per Dio vuol dire allora che bisogna proprio che gli uomini si impegnino. Dio non farà da solo questo percorso.