Economia, questione di speranza
Le incertezze, le soluzioni e il Giubileo
di Luigi Lamma
Negli ultimi giorni le Fondazioni di Carpi e di Mirandola si sono prese la scena del dibattito pubblico con due appuntamenti di tenore e con obiettivi diversi ma che hanno contribuito, in ugual misura, a definirne il ruolo di attori primari per lo sviluppo e la crescita del territorio, sia in termini economici che di coesione sociale, ispirata ai valori di sussidiarietà e solidarietà. L’incontro avvenuto nella Città dei Pico tra gli organi della Fondazione e gli stakeholders pubblici e privati è servito a presentare i numeri positivi della gestione finanziaria, la qualità e l’entità dei progetti sostenuti, con uno sguardo a tutto campo nei settori di intervento prioritari, e si è concluso con la positiva iniezione di fiducia di un atteso miglioramento della capacità erogativa a beneficio del territorio. Con uno sguardo ben diretto sulla realtà, fatta di bisogni e di opportunità, di eccellenze da conservare e di innovazione da incoraggiare, con un’attenzione ostinata a generare processi unitari superando campanilismi dalla visione miope, primo fra tutti il convinto sostegno al progetto dell’Hospice San Martino. Del convegno promosso dalla Fondazione di Carpi sullo stato di salute e le prospettive dell’economia del distretto si è già riferito ma il livello dei contenuti e alcune reazioni meritano una lettura più approfondita anche rispetto al modello universale di società a cui si vuole tendere. Se le ricette indicate da docenti e imprenditori si riassumono in più formazione (tecnici e manager), più innovazione e più infrastrutture (collegamenti e servizi) non resta che richiamare tutti, amministrazioni pubbliche, enti privati, Università e centri di ricerca alle rispettive responsabilità e ad agire con sollecitudine perché, come è stato detto, i venti di crisi incombono.
Ogni lodevole tentativo di determinare visioni di futuro anche per le realtà locali non può che confrontarsi con dinamiche molto più complesse e globali che rimandano ad una presa di coscienza di quella che Francesco chiama la “insostenibilità” sociale, ambientale e spirituale dell’attuale modello di sviluppo e su cui ha investito per la ricerca di risposte il progetto “The Economy of Francesco”. Sarebbe interessante, in futuro, affiancare alla riflessione avviata in sede locale con l’intento di generare fiducia e di intraprendere vie nuove e coraggiose anche una chiara visione che ponga al centro la persona e non il mercato, una nuova idea di lavoro e un modello economico equo e sostenibile per la società e per l’ambiente, non asservito ai processi di accumulazione. Dunque anche l’economia è una questione di speranza e di fiducia. Il Giubileo toccherà anche questo aspetto della vita personale e collettiva come scrive Francesco: “Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza”. Allora ben si comprende come nella tradizione dell’anno giubilare siano presenti dei gesti dal significativo impatto economico come la richiesta del condono dei debiti ai Paesi che non potranno mai ripagarli perché “prima che di magnanimità, è una questione di giustizia” o l’attenzione ai “miliardi di poveri”, a cominciare da quelli vicino a casa molto spesso “menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali”, ma che “al momento dell’attuazione concreta, rimangono frequentemente all’ultimo posto”. Anche l’economia è una questione di speranza e di fiducia, materia seria da affrontare perché “il prossimo Giubileo sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio. Ci aiuti pure a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato”.