Nuovi vaccini anticancro
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Sappiamo quanto hanno fatto discutere i vaccini in questi anni. Sappiamo anche che i vaccini sono di diverso tipo e hanno meccanismi d’azione differenti. Batteri geneticamente modificati sono stati trasformati in vaccini anticancro per terapie future, personalizzate, in grado di attaccare solamente le cellule neoplastiche. Questo è ciò che è stato pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nature descrivendo una ricerca della Columbia University di New York. Ovviamente questi risultati non devono essere presi come un lancio pubblicitario della pastiglia già pronta sul banco della farmacia ma l’inizio di percorsi di ricerca che hanno ottenuto risultati molto incoraggianti sugli animali da laboratorio, sui topi, modello di neoplasie come il melanoma o tumori del colon retto allo stadio avanzato. Dopo questi risultati estremamente positivi, il gruppo di ricerca si sta preparando per la sperimentazione clinica sull’uomo. Quello che hanno fatto i ricercatori è prendere dei batteri, come l’Escherichia coli che alberga normalmente nel nostro organismo e modificarli inducendoli a stimolare in maniera amplificata il sistema immunitario contro cellule neoplastiche. L’obiettivo non è solo di avere un sistema immunitario specifico contro una data cellula tumorale ma indirizzare il potenziale distruttivo solo sulle cellule malate e non su quelle sane, cosa che invece succede, per esempio, nelle terapie con chemioterapici. Se i risultati sono soddisfacenti anche sugli uomini, questa scoperta aprirebbe la strada a una nuova classe di vaccini, specifici, adattabili alle particolari condizioni del tumore, sia allo stadio iniziale che allo stadio metastatico, in grado di prevenire recidive. Nella ricerca sugli animali si è appurato che i batteri hanno guidato il sistema immunitario a bloccare la crescita tumorale, in alcuni casi bloccando totalmente la crescita senza compromettere alcuna cellula sana. Questa modalità è altresì importante in quanto sarebbe una terapia per quei tumori solidi allo stadio avanzato difficili da trattare con l’immunoterapia.