Intervista a Claudia Fachinetti
Culturalmente, rubrica a cura di Francesco Natale
Claudia Fachinetti torna in questo spazio per parlare del suo nuovo volume, “Animali in viaggio. Il giro del mondo in 10 migrazioni straordinarie” (ed. Piemme – Il Battello a Vapore, 2024).
Dopo “Lasciami andare” torni a scrivere sempre per ragazzi un libro su animali che si spostano. Che analogie ci sono tra “Lasciami andare” e “Animali in viaggio”?
La storia delle orche e del loro incredibile viaggio dall’Islanda al Mediterraneo mi ha ispirato ad approfondire ulteriormente il tema, così dopo un sogno rivelatore che mi ha dato l’idea di come scriverne, mi sono messa al lavoro. Come sempre volevo che la magia della narrazione accompagnasse alcuni approfondimenti scientifici e messaggi di sensibilizzazione. Solo attraverso le storie si può stimolare empatia nei lettori e stimolare in loro la crescita di un maggior rispetto verso il mondo naturale in generale.
Si può instaurare un parallelismo tra le migrazioni degli animali con quelle umane?
Assolutamente sì e questo è un altro dei temi che volevo trattare. I cambiamenti climatici infatti stanno influenzando sempre più la vita degli animali migratori e il loro ambiente ma anche la nostra vita e sarà sempre più evidente. Si parla già di “migratori climatici” facendo riferimento a tutti quelli che a un certo punto dovranno lasciare la loro terra, almeno in certi periodi dell’anno, perché troppo arida, troppo a rischio inondazioni oppure ancora perché il livello del mare salirà. Tuttavia, a differenza di altre specie migranti, è difficile pensare che l’uomo torni a essere nomade come un tempo, seguendo le stagioni. La nostra specie cerca la stabilità ma sarà sempre più difficile averla.
Nel libro emerge come gli animali e l’essere umano siano simili in molti aspetti. Studiare gli animali è equiparabile o comunque utile a studiare la società?
Certo, perché gli animali pur essendo creature senzienti come noi, chi più chi meno, sono privi di una serie di comportamenti e sentimenti come l’invidia e la vendetta mentre dall’altra parte sono naturalmente portati a trovare soluzioni semplici e naturali per risolvere i problemi. Per questo osservarli è come guardare una versione più pulita di noi, senza tutte quelle costruzioni mentali che ci limitano nelle relazioni e nelle azioni.
Uomo e natura possono vivere entrambi senza distruggere l’altro?
Noi siamo parte della natura, siamo animali, semplicemente più invasivi di altri ma abbiamo bisogno di preservare la natura per sopravvivere. Quindi è sempre più importante trovare modi per coesistere limitando i danni. Nel frattempo anche molti animali si stanno abituando alla nostra forte presenza, come per esempio vivere nelle città, e chi ci riuscirà a farlo meglio sarà avvantaggiato. Ovviamente non esiste uno sviluppo completamente sostenibile ma quello che possiamo migliorare sono il nostro approccio all’ambiente naturale aumentando rispetto e diminuendo il consumo.
Ad arricchire il tuo volume ci sono i preziosissimi contributi del giornalista Fabrizio Gatti, sulle migrazioni umane e dell’astrofisica dell’INAF Adamantia Paizis. La prefazione è di Chiara Borelli, giornalista di Focus Wild e l’illustrazione di copertina è di Giovanna Giuliano. Perché così tante collaborazioni?
Ci sono tanti legami tra migratori animali e umani e chi meglio di Fabrizio Gatti, dopo anni di lavoro come infiltrato, poteva dare un contributo? Uno spunto che seppur breve fa nascere il desiderio di andare avanti da quel lato e leggere altri. Per quanto riguarda il tema spazio io non ho una formazione così specifica per questo ho chiesto all’INAF un contributo. Anche qui è uno spunto che ho voluto lasciare per andare oltre. In fondo il mio libro parla di viaggi e di andare oltre. Infine Focus che per me è casa, dato che collaboro con loro da molti anni perché sono una realtà unica e preziosa per i nostri ragazzi. In generale, comunque, amo lavorare in squadra, collaborare e trovare nuove voci e spunti su un tema.