Monsignor Pranzini, uno spirito raffinato
Secondo approfondimento sulla figura del vescovo Giovanni Pranzini
di Andrea Beltrami
Nel precedente articolo relativo alla nomina a vescovo di Carpi di monsignor Giovanni Pranzini, annunciata il 20 settembre 1924, si diceva che l’ufficialità della stessa avviene solamente il 18 novembre successivo. Proprio nel mese di novembre arrivava l’exequatur regio, ossia l’accettazione della nomina anche da parte dell’autorità governativa. Qualche giorno dopo il presule invia una lettera alla diocesi di Carpi dicendo che lo avrebbe fatto anche prima ma ha preferito attendere l’arrivo del nulla osta regio prima di compiere qualsiasi atto, anche informale, nella nuova sua diocesi. Dai primi approcci con il nuovo vescovo emerge già la delicatezza e la sensibilità che hanno sempre caratterizzato monsignor Pranzini, colto e intelligente al punto da arrivare, amichevolmente, a battibeccare in poesia con Giosuè Carducci durante i non rari incontri del poeta con i seminaristi a Bologna. Tralasciando per un momento l’attività pastorale e religiosa, già trattata ampiamente dai biografi e gli storici, in questa sede si desidera ricordare il vescovo Giovanni anche per le sue caratteristiche artistiche e culturali.