Laboratorio Realino, antidoti per un nuovo futuro
Al convegno andato in scena sabato scorso all'auditorium Loria si è data voce ai giovani del territorio
Sabato 16 novembre si è svolto all’auditorium Loria il convegno “Raccontiamo la speranza. C’è una futura ‘nuova cultura’ nel vissuto dei giovani d’oggi?” organizzato dal Laboratorio Teologico Realino come evento inaugurale delle attività dell’anno 2024-2025. Per l’occasione è stato proiettato il video con le interviste di sette giovani, tra i 18 e i 35 anni, impegnati nello studio, nel mondo del lavoro e nel volontariato: Emma, Giuseppe, Hamail, Vittorio, Cecilia, Kaur e Lorenzo. I giovani intervistati sono stati selezionati su indicazione degli enti promotori del convegno, insieme al Laboratorio Realino: Amici del Fegato Aps, Cfp Nazareno, Comitato per la pace Mirandola, Consiglio Missionario Diocesano, Consulta per l’Integrazione dell’Unione Terre d’Argine, Laboratorio Diocesano Scuola fede Futuro, Migrantes Interdiocesana di Carpi e Modena. A seguire il professor Giuseppe Bellodi ha guidato la tavola rotonda a cui hanno partecipato Emma, Giuseppe e Hamail, partendo dalla riflessione su cinque “virus”, ovvero punti problematici, e invitando i presenti a individuare degli “antidoti”, a cercare degli spiragli di speranza. Questi di seguito i punti.
Il futuro è oscuro. Difficile individuare una strada professionale chiara. Scompaiono mestieri, tutto sembra terzo settore. Aumentano i divari tra chi vive nell’agio e chi nel disagio. Le condizioni di lavoro continuano a essere poco dignitose e non aiutano un giovane a far progetti di vita. Forse anche per questo c’è un calo della natalità.
L’intelligenza è artificiale. È il rischio di una Tecnocrazia. I nostri dati circolano come capitale fondiario. Siamo merci da QR code. L’IA sembra poter sostituire quella umana.
Le relazioni pericolose. Gli intervistati parlano di volontariato come esperienza umana forte e significativa. Ma il volontariato si muove in un contesto di marginalità che continua ad evidenziare un mondo di fragilità emotive sociali forti. L’integrazione con immigrati di recente o consolidata presenza in Italia trova ostacoli politici culturali ed economici. È vera integrazione quella che stiamo vivendo?
Il pessimismo storico. La storia non sembra aiutare. Il surriscaldamento globale, l’emergenza inquinamento, il moltiplicarsi delle guerre in corso, la minaccia del nucleare sono generatori sempre accesi di ansie e angosce.
La gente sta male. Il malessere emerge spesso in un percepibile aumento dell’aggressività, molto amplificato dai media e dai social. Si dice tutto quel che si pensa ma forse si pensa un po’ poco. Intolleranza, discriminazione, paura della diversità. Attaccamento alla società patriarcale. Fatica a riconoscere alla donna le stesse possibilità di affermazione sociale. Fatica a comprendere identità complesse fluide.
Il dibattito che ha coinvolto il pubblico presente ha fatto emergere il diverso approccio tra le generazioni. Se gli adulti individuano in famiglia, lavoro e impegno sociale gli ambiti in cui hanno deciso di spendere la propria vita, i giovani intervistati sono partiti dalla crescita personale, dal sentirsi parte del mondo, dallo sviluppo delle relazioni e solo come ramificazione successiva di questo impegno hanno inserito le tre categorie menzionate dagli adulti. Si è parlato poi di spazi e contesti che hanno fatto chiaramente emergere la necessità luoghi nuovi “non etichettati” e non la semplice sostituzione – ad esempio nell’associazionismo o nel volontariato – nei ruoli di chi, per età, non può più impegnarsi.
La mattinata di lavoro si è conclusa con gli interventi della professoressa Cristina Catellani, responsabile del Laboratorio Scuola fede Futuro della Diocesi di Carpi, e dell’assessore Giuliano Albarani, assessore a Cultura e interculturalità del Comune di Carpi, che hanno proposto una prima sintesi di quanto ascoltato evidenziando la necessità di individuare nuovi sentieri di lettura della realtà e di impegno legati alle nuove concezioni di futuro che paiono emergere.
A cura del Laboratorio Teologico Realino