Convegno inaugurale Laboratorio Realino, intervista a Vittorio Rambaran
Dhansaw (Vittorio) Rambaran è uno dei giovani intervistati in occasione del convegno organizzato dal Laboratorio Teologico Realino per sabato 16 novembre (ore 10-12.30), presso l’Auditorium Arturo Loria a Carpi
di Pietro Paulo Spigato
Dhansaw (Vittorio) Rambaran
Dhansaw (Vittorio) Rambaran, trentenne, originario delle Isole Mauritius, è nato in Italia, dove è cresciuto e ha studiato. E’ uno dei giovani intervistati in occasione del convegno di sabato 16 novembre (ore 10-12.30, Auditorium Loria a Carpi) promosso dal Laboratorio Teologico Realino. “Sono project manager di un’azienda italiana e membro della Consulta per l’integrazione dell’Unione Terre d’Argine – spiega -. Inoltre, faccio parte di diverse realtà del terzo settore e dell’associazionismo, infatti sono presidente di Manga Beats, vicepresidente degli Amici del Fegato, socio dei Giovani per Carpi e collaboro con Tavolo Vez”.
Vittorio, che prospettiva di futuro c’è per i giovani d’oggi?
Facendo parte del mondo del volontariato sono molto positivo: c’è tanta voglia di fare e consapevolezza rispetto al passato che porta molte persone ad adoperarsi in ambiti diversi. In modo particolare per i temi sociali e quelli ambientali, mettendosi in gioco in prima persona andando a raccogliere i rifiuti e partecipando a conferenze su scienza ed ambiente. I giovani sono interessati a questi argomenti e si propongono per organizzare attività. Nonostante il periodo covid molti hanno riscoperto il senso di comunità che ti porta davvero a progredire per fare cose buone per la società. Sono positivo perché i giovani hanno consapevolezza nell’unirsi per temi importanti.
In che modo hai iniziato a spenderti per il futuro del prossimo attraverso il volontariato?
Tutto inizia da un gruppo di amici di Kung Fu, con cui parlavo di anime e manga. Insieme a loro abbiamo creato un gruppo su facebook e nel giro di un annetto siamo riusciti a raggiungere un centinaio di persone. Da lì abbiamo iniziato ad andare insieme alle fiere a fare cosplay e altre attività. Nel 2015 siamo riusciti a creare un’associazione, grazie all’intuizione di un commerciante, ed infatti è nato Manga Beats. Sempre in quell’anno siamo riusciti a fare la prima fiera del fumetto a Carpi, ovvero il CarpiCon. Da quell’evento siamo entrati in contatto per la prima volta con i Giovani per Carpi, nati da poco tempo, che mi hanno chiesto di unirmi a loro. Sempre grazie al CarpiCon ho collaborato con il Comitato Festa del Patrono di Carpi, che mi ha permesso di conoscere Adamo Neri, che mi ha proposto di entrare negli Amici del Fegato, e dopo qualche tempo sono stato nominato vicepresidente. In questi anni ho sviluppato una rete ampia e per questo porto i miei contatti e la mia esperienza al Tavolo Vez.
Quale pensi che sia la speranza dei giovani?
Quello che vedo è la speranza di un mondo inclusivo e comprensivo che integra bene nella società chiunque, a prescindere dalla provenienza, orientamento sessuale e genere. Vedo speranza in un mondo lavorativo giusto, a tutela di tutti, quindi più inclusivo. C’è speranza anche per una società più comprensiva, che eviti il giudizio a primo impatto, cosa che avviene solitamente nei social. Quello che vedo è che molte persone, grazie alla consapevolezza maggiore delle proprie emozioni, sono più comprensive con gli altri. Questa è la speranza dei giovani ed è anche la mia. Però sono anche consapevole che questa è la mia “bolla” e mi rendo conto che ce ne sono altre, in cui magari queste dinamiche non si verificano. Mi piace pensare che a livello collettivo ci sia speranza.
Quali sono gli strumenti concreti e necessari per la creazione di un futuro a portata di un giovane?
Innanzitutto, una riforma da un punto di vista scolastico. Si parta da quello: insegnanti e metodo, per aiutare chi è disorientato e disilluso nel mondo odierno. Altri strumenti possono essere gruppi di persone con esperienza che, mettendosi a disposizione e lasciando spazio, aiutino i giovani a crescere. Io dico ai più esperti dei miei direttivi proprio questo: cercare di essere questo tipo di figure, che magari, purtroppo, noi abbiamo fatto fatica ad incontrare nel nostro percorso, cercando di essere mentori per loro, facendoli acquisire con l’esempio hard e soft skills.