Sociale. In carcere il lavoro che rigenera
Presentazione ufficiale per il laboratorio di pasta all’interno del carcere di Sant’Anna di Modena che coinvolge al momento quattro detenuti
Pubblico delle grandi occasioni per la presentazione ufficiale del Laboratorio Sant’Anna all’interno della Casa circondariale di Modena. Un’attività iniziata già da qualche mese e dopo un periodo di rodaggio i quattro giovani detenuti coinvolti, un italiano, un magrebino e due centrafricani hanno acquisito e consolidato le necessarie competenze tanto che qualcuno ha fatto presente che “piegano i tortellini come le nostre rezdore”. Lo scorso 4 novembre le porte del carcere Sant’Anna si sono aperte per accogliere autorità, partner, sponsor, giornalisti, operatori e volontari che hanno accolto l’invito della cooperativa sociale Eortè di Limidi di Soliera (aderente a Confcooperative Terre d’Emilia), ideatrice del progetto, a questo momento inaugurale. Giovani all’opera tra sfoglia e pesto per confezionare la pasta fresca e una tavola imbandita con le altre produzioni del laboratorio hanno fatto da cornice alla breve cerimonia all’interno dell’ampia cucina.
A dare il benvenuto agli ospiti c’erano il presidente di Eortè Roberto Zanoli e il direttore del carcere Orazio Sorrentini. “E’ stato un atto di coraggio intraprendere questa impresa – ha dichiarato Zanoli – ma ci vuole coraggio per prendersi cura del benessere e del futuro dei nostri fratelli detenuti”. Dopo i primi mesi di lavoro è già possibile tracciare un bilancio non tanto economico quanto di “valori”: “abbiamo ricevuto sostegno, finanziamenti, formazione e soprattutto accoglienza” ha ribadito Zanoli ringraziando per la convinta adesione la direzione del carcere e tutti gli operatori. Per il direttore Sorrentini “è indispensabile creare ponti tra carcere e realtà esterna, che si esprime sia nell’attenzione delle Istituzioni del territorio ma anche attraverso progetti come questo che dimostra quanto bene si può fare anche in questo contesto. C’è un aspetto propositivo della pena che guarda al futuro in chiave preventiva per evitare le recidive”. Tra i presenti anche l’arcivescovo Erio Castellucci, la chiesa di Modena è tra i partner dell’iniziativa, il quale ha evidenziato come l’attività di cucina rimanda “ad un’esperienza domestica, fa sentire il sapore di casa qualsiasi sia la provenienza di chi partecipa al laboratorio. Poi ci sono altre opportunità di formazione al lavoro ed è questo l’aspetto migliore del carcere che bisogna favorire”.
Mentre su invito della direttrice di Eortè, Valentina Pepe, partivano le prime degustazioni degli antipasti, gli aspiranti chef erano già ai fornelli pronti a confezionare un assaggio di tortellini. Non prima che lo chef, quello già affermato, Rino Duca esprimesse tutta la sua soddisfazione per il percorso fin qui compiuto, “lavorare in carcere – ha confidato – è molto intenso, perché non ci si può limitare a trasferire delle informazioni e delle competenze manuali, entri in rapporto con le persone, stai fianco a fianco per ore, c’è tanto rapporto umano attorno alla chiusura di un tortellino, si mettono insieme varie umanità e tante storie”. Infine un ringraziamento alla città e alle comunità che hanno risposto positivamente acquistando i prodotti ragion per cui sono aumentate le ore di lavoro ed è stato necessario ricorrere all’aiuto di un altro chef Nicola Bertoncelli.
SCHEDA
La convenzione tra la cooperativa Eortè e la casa circondariale di Modena è stata firmata il 21 febbraio scorso. Il progetto, che ha il patrocinio del Comune di Modena, è co-finanziato dall’arcidiocesi di Modena-Nonantola, Bper, Fondazione Cattolica Assicurazioni, Fondazione di Modena, Cassa Ammende, Fondazione Bsgsp. Inoltre, ha vinto uno dei premi assegnati in aprile da Imprendocoop (il progetto di Confcooperative Terre d’Emilia che favorisce l’imprenditorialità e l’occupazione). Utilizzando materie prime locali, a cominciare dalle verdure coltivate nell’orto del carcere, ogni settimana il laboratorio produce in media 120-130 kg di pasta fresca ripiena (tortellini, tortelloni, tortelli e tortellacci) e 150 kg di prodotti secchi da forno, dolci e salati (biscotti, grissini, streghette).
I punti vendita
Per ora i primi clienti sono stati soprattutto Gas (gruppi di acquisto solidale) a Modena e provincia, empori solidali, festa provinciale Pd, ma anche aziende come la Tetrapak, che ha creato un portale web per raccogliere gli ordini tra i suoi dipendenti. Inoltre, da un paio di mesi è attivo il banco al mercato contadino di Carpi al sabato mattina. Nei prossimi mesi si prevede di allargare la rete commerciale a ristoranti e tavole calde, gastronomie e macellerie.