Linee guida su democrazia e partecipazione dopo la settimana sociale di Trieste
Relatori Francesco Russo, promotore della rete nazionale delle amministrazioni locali nata a Trieste, e Paolo Seghedoni, vicepresidente nazionale dell’Azione cattolica per il settore Adulti
“A Trieste si è voluto lanciare un messaggio: di principi e valori, ma anche di concretezza, attraverso le decine di buone pratiche che sono state presentate”. Si parte da qui, facendo di “Trieste”, ossia della 50ª settimana sociale dei cattolici in Italia (che si è svolta a luglio scorso) luogo simbolico (oltre che fisico) e un punto di partenza, per andare “al cuore della Democrazia”. Con queste parole, Nicola Marino dell’Ufficio interdiocesano per la pastorale sociale e del lavoro, ha introdotto l’incontro che si è svolto mercoledì 6 novembre in Sala Duomo a Carpi, il cui titolo ne riassume già i principi cardine: “Allenare la partecipazione, promuovere il dialogo politico, curare la democrazia: la spinta dei cattolici italiani dopo Trieste”. Alla serata, promossa dalla Diocesi di Carpi e da “Prendiamoci Cura”, Centro di Pastorale sociale e del Lavoro, chiesa di Modena-Nonantola e Chiesa di Carpi, erano presenti, come relatori, Francesco Russo, promotore della rete nazionale delle amministrazioni locali nata a Trieste, e Paolo Seghedoni, vicepresidente nazionale dell’Azione cattolica per il settore Adulti, nonché, tra il pubblico vari rappresentanti del mondo politico (compresi i candidati locali alle prossime elezioni regionali), istituzionale e dell’associazionismo. Come ha ricordato Marino, “il tema di quest’anno, trattato a Trieste, è stato quello della qualità della nostra democrazia e della partecipazione come linfa vitale del nostro sistema politico, istituzionale e anche sociale. A ogni tornata elettorale c’è sempre meno gente che va a votare, c’è meno partecipazione civica, meno volontari, meno adesione alle varie organizzazioni. Di qui l’importanza di trovare delle linee d’azione comuni per potere migliorare questa situazione oppure per intercettare quelle nuove forme di partecipazione che stanno già germogliando e capire se queste possono davvero essere il futuro che ci aspetta.