Loda il Signore, anima mia
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 10 novembre 2024
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». A cura di Michela Marchetto, membro del Consiglio Missionario Diocesano e operatrice della Caritas Diocesi di Carpi
Lectio
Il Vangelo di oggi ci guida verso la conclusione dell’anno liturgico, nel quale siamo stati accompagnati dall’evangelista Marco. In questa domenica, come un faro che illumina la notte, il testo mette in evidenza i comportamenti delle persone che Gesù e i suoi discepoli incontravano quotidianamente. La pagina evangelica si compone di due parti: nella prima Gesù invita a guardare il comportamento degli scribi “che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze e i primi posti nei banchetti”, comportamenti legati all’apparire, al mostrare, all’ostentare. Nella seconda parte Gesù invita ad osservare la folla che getta le monete nel tesoro, in particolare “una vedova povera” che getta “tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. Chi sono gli scribi? Le parole di Gesù ci aiutano a cogliere l’ambiguità e l’ipocrisia di questi uomini, che hanno bisogno di riconoscimenti, di essere omaggiati, di avere intorno a sé persone accondiscendenti, che non hanno scrupoli ad approfittare delle persone vulnerabili e in difficoltà. Chi sono le vedove? Insieme agli orfani, le vedove hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio: sono persone senza alcuna protezione e sicurezza, e perciò costrette a dipendere dall’aiuto degli altri.
Gli scribi sono uomini che amano farsi vedere, la vedova è una donna che non è vista da nessuno. Gli scribi sono ricchi e oppressori, la vedova è povera e oppressa. Poniamo l’attenzione sui due verbi che illuminano il brano: guardare e osservare. È lo sguardo di Gesù prima, che diventa dei discepoli in seguito, che sottolinea quanto accade. È uno sguardo che non giudica gli uomini e le donne, è invece uno sguardo attento ai loro atteggiamenti, che vuole andare in profondità e cogliere il cuore del desiderio: Gesù vede ciò che è invisibile agli occhi degli uomini. Insieme a Gesù osserviamo la vedova povera: il suo dono diventa straordinario in quanto “vi ha gettato tutto quello che aveva”. Colei che è scartata, che è immigrata, che è senza fissa dimora, che ha fallito e sbagliato, è preziosa agli occhi di Gesù, perché ci insegna il valore del dono totale e gratuito, e soprattutto ci insegna ad affi dare “tutto quando ho per vivere”.
Meditatio
Il brano si colloca in prossimità della Giornata Mondiale dei Poveri (17 novembre 2024): il messaggio del Papa per quest’anno ha come titolo: “La preghiera del povero sale fino a Dio (Sir 21,5)”. Noi attenti lettori dell’odierna pagina evangelica, siamo posti di fronte ad una duplice possibilità: rimanere chiusi in noi stessi e auto-centrati nelle nostre sicurezze e privilegi, oppure uscire da noi stessi per andare verso gli altri. Siamo invitati perciò ad osservare e a dare voce al grido di giustizia che sale fino a Dio da parte di coloro che non hanno alcuna considerazione, alcun diritto, che non vengono riconosciuti, proprio come gli orfani e le vedove del tempo di Gesù.
Oratio
“Dio, certe volte non si riesce a capire e ad accettare ciò che i tuoi simili su questa terra si fanno l’un l’altro, in questi tempi scatenati. Ma non per questo io mi rinchiudo nella mia stanza, Dio: continuo a guardare le cose in faccia e non voglio fuggire dinanzi a nulla (…). Io guardo il Tuo mondo in faccia, Dio, e non sfuggo alla realtà per rifugiarmi nei sogni” (Etty Hillesum – Diario 29 maggio 1942).
Contemplatio
… con il tempo e grazie alle relazioni con i vari protagonisti del progetto ho iniziato a capire e donare il mio tempo nel cercare di stare dentro ed “interpretare” i sogni sia di chi ha ideato e organizzato il progetto sia delle donne che ci accostano. Sono donne di vari paesi del mondo, nei loro occhi oltre alle fatiche e sofferenze della vita si legge la voglia di cercare, di imparare cose che aiutano a trovare lavoro, di riuscire a realizzarsi anche con piccole cose. Sono piene di sogni, certo, ma anche piene di dubbi, di paure e preoccupazioni. Delle volte faticano a fidarsi, ma nello stesso tempo molte di loro si aprono, condividono cose belle e meno belle, chiedono consigli e cercano risposte alle proprie domande. Grazie a loro – alle donne – ho imparato e sto imparando l’arte di stare accanto senza invadere (Testimonianza di N. tratta dal Rapporto Povertà del 2023).
Fractio
“Osservava”: Gesù ci insegna le priorità necessarie nel rapporto con il prossimo. Ogni incontro vero nasce da uno sguardo che desidera andare in profondità e abbracciare il nostro e altrui bisogno di accoglienza.
L’opera d’arte
Obolo della vedova (fine V-inizi VI secolo), Ravenna, Sant’Apollinare Nuovo. Questo mosaico appartiene al ciclo degli episodi della vita di Gesù, miracoli e parabole, raffigurati nella fascia più alta sulle pareti della navata centrale. La basilica fu fatta costruire dal re Teodorico come chiesa palatina – si trovava infatti accanto al suo palazzo – per le celebrazioni del culto ariano professato dai Goti. In seguito, fu consacrata al culto cattolico e subì notevoli modifiche, anche se il ciclo teodoriciano ci è giunto integro. Magnifica testimonianza dell’arte musiva tardo-antica, è opera di raffinati artisti che coniugarono magistralmente elementi di derivazione classica, paleocristiana e bizantina.
Gesù, giovane e senza barba, con l’aureola crocesegnata, veste tunica e mantello di porpora alla maniera degli imperatori romani. Al suo fianco vi è sempre un personaggio con la toga, il discepolo, a simboleggiare la comunità dei credenti. Nell’episodio dell’obolo della vedova vediamo l’umile donna, avvolta in un abito scuro, deporre nella cassetta la sua povera offerta. Gesù, osservando la scena, benedice la vedova, mentre il discepolo alza la mano in segno di stupore e di ammirazione.
V.P.