Ricostruzione. Riapre la chiesa di Reno Finalese
Domenica 10 novembre la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Lino Pizzi
Dopo la riapertura al culto del Duomo di Finale Emilia sta per tornare a disposizione della comunità anche l’antica chiesa della Visitazione di Maria Santissima a Reno Finalese, al confine fra le province di Modena e di Ferrara. La riapertura della chiesa è prevista per domenica 10 novembre con un nutrito programma: a partire dalle 14.30 il concerto di campane, a cui seguiranno il saluto delle autorità, i riti di apertura e la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Lino Pizzi, Vescovo emerito di Forlì – Bertinoro. Attualmente la parrocchia di Reno Finalese è unita a quella di Finale Emilia sotto la guida del parroco don Daniele Bernabei. La comunità di Reno Finalese dedicherà l’evento alla memoria di don Oscar Bin, amatissimo parroco, scomparso nel 2019, con tanta gratitudine per l’amore che ha dedicato a questa piccola realtà. Alla chiesa di Reno Finalese si lega anche il ricordo di altri parroci come don Giuseppe Terrieri e anche del Beato don Ferdinando Maria Baccilieri, fondatore delle Serve di Maria di Galeazza, che, originario di Reno, venne battezzato in questa chiesa.
La storia, il sisma e i lavori
La chiesa della Visitazione di Maria Santissima a Reno Finalese venne costruita fra il 1466 e il 1506, dove già esisteva un precedente Oratorio dedicato a San Pietro, e fu poi restaurata e rinnovata fra Otto e Novecento, con una nuova inaugurazione e consacrazione nel 1926. Pochi anni più tardi venne costruito anche il nuovo campanile. Il terremoto del 2012 l’ha seriamente danneggiata, in particolare con il crollo della porzione sommitale del prospetto principale.
Le opere strutturali sono consistite nel ripristino delle murature, nell’inserimento di cordolature armate e catene di rinforzo e nel ripristino e consolidamento delle strutture di copertura. Sono state ricostruite le porzioni di volta crollata, riutilizzando, dove possibile, i laterizi recuperati dalla cernita delle macerie. All’esterno è stata ricostruita la porzione crollata della facciata principale: e come in un gigantesco puzzle, tutti gli elementi della trabeazione sono stati recuperati, ricomposti, restaurati e riposizionati nelle loro posizioni originali.
Secondo i dati forniti dall’Ufficio Ricostruzione dell’Arcidiocesi di Modena Nonantola, l’importo complessivo delle opere, finanziato dalla Regione Emilia – Romagna grazie al Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati dal sisma, è di due milioni e 59mila euro, di cui un milione e 516mila euro per i lavori. Responsabile unico del procedimento l’ingegner Federico Benatti, con un team di professionisti, l’ingegner Alberto Caprara per la parte strutturale, l’architetto Aldo Greco per la parte architettonica e la direzione lavori, e l’ingegner Roberto Luppi per la direzione lavori operativa. I lavori sono stati eseguiti da un raggruppamento di imprese: mandatario il Consorzio Cme che ha indicato come imprese esecutrici Coo.Be.C (mandante) e Alchimia laboratorio di restauro.