Alcuni anni fa…
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Alcuni anni fa, Papa Francesco, incontrando il Comitato Nazionale di Bioetica, ha espresso un concetto assai importante riguardo la bioetica stessa: “La Chiesa non rivendica alcun spazio privilegiato sulla bioetica, anzi, è soddisfatta quando la coscienza civile, a vari livelli, è in grado di riflettere, di discernere e di operare sulla base della libera e aperta razionalità e dei valori costitutivi della persona e della società… Proprio questa responsabile maturità civile è il segno che la semina del Vangelo, questa sì, rivelata e affidata alla Chiesa, ha portato frutto, riuscendo a promuovere la ricerca del vero e del bene nelle complesse questioni umane e etiche”. Questo concetto è prezioso nel senso che identifica la Chiesa non come l’istituzione che elargisce determinati orientamenti e pretende che tutti li seguano pedissequamente, ma, la Chiesa è una “mamma” che cerca di educare l’uomo alla luce della verità, che è Gesù il Cristo, e da questa coscienza auspica che nascano ragionamenti e linee guida a favore dell’uomo e per il bene di tutto l’uomo, a prescindere dalla questione puramente dottrinale e confessionale. Il Papa ha proseguito sottolineando proprio quelle categorie che maggiormente necessitano un’attenzione bioetica: i soggetti deboli, svantaggiati, i disabili, gli emarginati; la bioetica deve lavorare contro la cultura dello scarto e a favore di una scienza e di una medicina che sappiano riconoscere i valori e i diritti fondamentali dell’uomo. Questa presa di posizione del Papa è molto importante contro chi crede che la Chiesa sia una istituzione che dall’alto istruisce e pretende, al contrario, è una Madre che dal basso cerca di acculturare, mostrare il valore dell’uomo e da qui promuovere una vera cultura dell’attenzione al prossimo, della promozione umana e della intangibilità della vita. Se l’uomo ricerca con trasparenza la verità sull’uomo, allora, anche il credente e il non credente si possono incrociare in un percorso di crescita umana e spirituale, anche se non propriamente confessionale.