Conoscere per riconoscere
Il giornalista Tiziano Soresina, ospite del Presidio Libera “Peppe Tizian”, è intervenuto sulla questione ‘ndrangheta in Emilia
di Giacomo Sforzi
Raccontare, comprendere e conoscere, condizioni essenziali per poter identificare un determinato fenomeno. Lo scorso 24 ottobre allo Spazio Giovani Mac’è è andato in scena un incontro organizzato dal Presidio Libera “Peppe Tizian” di Carpi con il giornalista Tiziano Soresina, penna per oltre trent’anni della Gazzetta di Reggio, quotidiano per il quale ha seguito l’intero maxiprocesso Aemilia. Nel corso dell’incontro Soresina, dialogando con la giornalista Serena Arbizzi, ha potuto approfondire e condividere con la cittadinanza riflessioni ed esperienze dirette riguardo il fenomeno ndranghetista in Emilia, che lo ha portato a pubblicare il libro “Aemilia. Il più grande processo alla mafia del Nord-Italia”. Un lavoro frutto di anni trascorsi all’interno dell’aula bunker del Tribunale di Reggio Emilia, dove Soresina ha potuto cogliere, rielaborare e divulgare numerosi aspetti che contraddistinguono la storia e l’operato della ‘ndrangheta sul territorio emiliano.
Un percorso lungo e silenzioso dagli anni ‘60
L’ascesa della ‘ndrangheta in Emilia, come ripercorso da Soresina, passa fondamentalmente da 2-3 tappe, che hanno permesso alle cosche di diffondersi ed avviare affari in diversi ambiti…