L’intervento di FederVita sulle ultime disposizioni regionali sull’aborto farmacologico a domicilio
di Luigi Lamma
Nei giorni scorsi, la regione Emilia-Romagna si è pronunciata in materia di interruzione volontaria di gravidanza con una Determinazione Dirigenziale (n. 21024 del 9/10/2024) avente come oggetto: “Aggiornamento dei profili di assistenza per le donne che richiedono l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) con metodo farmacologico”. Fin qui nulla di nuovo ma in realtà, come già era accaduto nel febbraio in materia di suicidio assistito, l’amministrazione regionale entra a normare materie eticamente sensi-bili avvalendosi di semplici provvedimenti tecnici o organizzativi.
Infatti ciò che viene introdotto con questo atto amministrativo non è di poco conto: “…il gruppo di lavoro sul percorso IVG – si legge nel testo – ha aggiornato il protocollo per IVG farmacologica in ambito ospedaliero e consultoriale e ha introdotto anche il percorso domiciliare”. Ora, sottolinea con enfasi il documento, “la libertà di scelta della donna che è stata sempre privilegiata nella nostra regione, le permette di poter scegliere le modalità e la sede dove eseguire l’IVG (IVG chirurgica in regime di Day Surgery e IVG farmacologica in regime ambulatoriale e a domicilio). È importante che siano offerte in ogni distretto almeno l’IVG farmacologica ambulatoriale e domiciliare, anche tenendo conto della conformazione del territorio e del principio di prossimità…”. Con buona pace del dettato principale della legge 194 ovvero la tutela della maternità ecco la buona prassi da seguire: “Al momento del primo accesso (telefonico o di persona) in consultorio, la donna dovrebbe essere informata sulle diverse sedi e modalità di IVG”.