Vivere l’Oasi Val di Sole
Nella mattinata di sabato 12 ottobre all’oasi “Val di Sole”, un’area di riequilibrio ecologico nel Comune di Concordia, incontro con cristiani, buddisti, la tradizione islamica e la tradizione laicale.
Immaginate una persona chiusa in casa, con porte e finestre chiuse. Dopo tanti anni si spalanca la porta, la persona esce e scopre un mondo in cui è possibile conoscere, imparare, amare. Quella è la porta che apre alla spiritualità, grazie alla quale, dopo averla attraversata, ognuno sceglierà il proprio percorso. Non importa quanto questi sentieri siano diversi tra loro, l’importante è che ci tengano uniti. Abbiamo a disposizione un solo mondo, un solo senso di umanità; non dobbiamo sprecare tempo, bensì viverlo insieme tra tante e diverse tradizioni culturali.
E’ questo il messaggio che si è voluto trasmettere nella mattinata di sabato 12 ottobre all’oasi “Val di Sole”, un’area di riequilibrio ecologico nel Comune di Concordia, frutto di una stabilità ben riuscita, grazie alla quale si può osservare l’incantato mondo naturale nelle sue forme antiche. Una torretta di osservazione poisempre accessibile permette di ammirare una tra le più grandi garzaie della Bassa Modenese.
Erano presenti cristiani, buddisti, la tradizione islamica e la tradizione laicale, tipica della cultura italiana. Ognuno ha messo a disposizione testi ed esperienze che hanno aggiunto valore alla natura spingendoci ad amarla, conoscerla e proteggerla.
Il flebile suono di un’arpa ha aperto la giornata, quasi a voler toccare cuore e anima dei presenti. L’inizio perfetto di un’esperienza spirituale grazie alla quale si è scoperto, come ha detto la vicesindaca di Concordia Katia Pedrazzoli, un importante luogo di spiritualità in cui la natura è in grado di connettere al mondo ognuno di noi, invogliando all’ascolto e alla comunicazione reciproca.
Oggi viviamo tempi difficili, ne siamo consapevoli, e momenti come questi, in cui si incontrano persone di provenienze e fedi diverse, anche non religiose, danno vita ad una luce di speranza verso un futuro comune.
L’esperienza spirituale non è esclusivamente limitata ai credenti. Esiste una professione di fede, così come esiste una professione laica, ma la spiritualità è costitutiva dell’essere umano, tutti ne abbiamo una. La giornata di sabato ne è stata la conferma perfetta: un percorso diviso in gruppi in cui la partecipazione è diventata la naturale conseguenza della relazione umana tra i partecipanti.
Non basta la presenza, bisogna esserci con l’essenza. Dobbiamo usare la ragione, dobbiamo usare i nostri sensi, la vista, l’udito, il tatto. L’esperienza spirituale, quando mette insieme menti, cuori e copri, ci permette di ritrovare un equilibrio con noi stessi e con gli altri, in rapporto con il mondo e con la natura. Vivere fino in fondo l’esperienza spirituale significa aprire non una, ma infinite porte verso il futuro.