“Omnia in Christo”, la biografia del vescovo Tinti
Gli studi di diritto canonico, i ministeri al servizio della Chiesa di Bologna, il Seminario Regionale e l’episcopato a Carpi
di Andrea Beltrami
Elio Tinti nasce a Bologna da Giuseppe e Vittoria Fabbri il 14 agosto 1936, frequenta il Seminario urbano a Villa Revedin per passare, poi, al quello regionale per il liceo e i corsi teologici. Completato il corso di studi viene ordinato sacerdote dal cardinale arcivescovo Giacomo Lercaro, a Bologna, il 25 luglio 1960. L’inizio del ministero sacerdotale lo vede cappellano a Castel San Pietro Terme, per un anno, quando viene poi destinato a Lizzano in Belvedere, come vicario parrocchiale, e a Pianaccio e Monteacuto delle Alpi, come vicario sostituto.
Nel 1962 è a Roma, presso l’Università Lateranense, per gli studi di Diritto canonico, disciplina nella quale si laurea tre anni dopo. Chiamato in Curia a Bologna come addetto alla V sezione della Cancelleria, ricopre anche le cariche di vice assistente alla Gioventù femminile e assistente del Movimento lavoratori di Azione cattolica e insegnante di religione nelle scuole superiori.
Nel 1970 il cardinal Antonio Poma lo nomina assistente generale di Azione Cattolica; don Elio ha ricoperto anche gli uffici di Vicario pastorale, e Vicario giudiziale, Giudice presso il tribunale ecclesiastico e anche di Canonico metropolitano. Nel 1976 è parroco della parrocchia urbana di San Cristoforo, dove istaura una profonda collaborazione con i laici responsabilizzandoli alla ministerialità e al senso dell’amministrazione di una realtà da condividere.
Il 4 settembre 1982 viene nominato Rettore del Pontificio Seminario Regionale, dove per diciotto anni si assume la responsabilità della formazione e della vocazione dei seminaristi. È un periodo di grande impegno e di intensa dedizione, nel quale monsignor Tinti evidenzia la sua grande attenzione, la sincera amicizia e la paterna comprensione alla vita e alle necessità dei suoi ragazzi. Non sono mancati, come lui stesso diceva, momenti di prova e di sofferenza, che don Elio ha saputo affrontare con la preghiera e la comunione ecclesiale.
Con bolla di Giovanni Paolo II, datata 17 giugno 2000, viene nominato vescovo di Carpi, riceve la consacrazione a Bologna, per le mani del cardinal Giacomo Biffi, il 26 agosto successivo e fa il solenne ingresso in diocesi il 24 settembre dello stesso anno.
Le prime parole rivolte alla diocesi nel saluto di indirizzo, appena nominato, sono il suo programma “vengo in mezzo a voi per crescere nell’ascolto della parola di Dio, nella fede alla sua volontà, per essere, giorno dopo giorno, viva speranza del Signore e della sua salvezza. […] Anche io ho bisogno di salvarmi l’anima con voi e attraverso di voi”. Lo stesso motto scelto, Omnia in Christo, sottolinea la volontà del vescovo Elio di dedicarsi totalmente alla porzione di Chiesa a lui affidata abbandonandosi a Cristo, crocifisso e salvatore.
Nel decennale ministero carpigiano, il vescovo Elio ha sempre cercato il contatto con le persone, organizzazioni, enti religiosi e civili esprimendo quella cordialità e quella propensione al dialogo fraterno insite nel suo carattere di animo sensibile, delicato e attento alla realtà. Ha indetto le missioni popolari, compiuto due visite pastorali confermando la volontà di partecipazione e condivisione con le singole realtà parrocchiali e diocesane; ha impostato la suddivisione territoriale della diocesi in zone pastorali promuovendo anche il restauro e la riqualificazione di chiese, canoniche e complessi ecclesiali. Si è adoperato per il rinnovamento della Curia introducendo sempre più laici alla direzione degli uffici senza tuttavia trascurare il clero, alla cui formazione e ministero ha sempre dedicato attenzione, energie e impegno.
Durante il suo ministero a Carpi diverse sono state le congregazioni religiose sia maschili che femminili accolte in diocesi. In ambito artistico, grazie alla sua sensibilità, è stato ultimato e inaugurato il Museo diocesano, voluto dal predecessore, e realizzato il progetto di adeguamento dei poli liturgici di questa Cattedrale.
Al compimento del settantacinquesimo anno ha rassegnato, da obbediente e giurista, il mandato nelle mani del Romano Pontefice, che qualche mese dopo ha provveduto a nominare il successore, monsignor Francesco Cavina. Il vescovo Elio si è ritirato nella sua Bologna, accolto nella casa del Clero, continuando, finché le forze e la salute glielo hanno permesso, a mantenere contatti con Carpi, partecipando alle celebrazioni e agli eventi della città. Ricordiamo che nel 2011 è stato insignito della cittadinanza onoraria di Mirandola.
Dopo una lunga vita spesa a servizio della chiesa e delle persone, il Signore lo ha chiamato a sé la mattina del 24 settembre 2024 e don Elio, pronto e fedele, avrà certamente risposto “Eccomi”!