Medjugorje, sì al culto pubblico
Il Dicastero per la Dottrina della fede ha autorizzato i fedeli ad aderire all’esperienza spirituale di Medjugorje
di M.Michela Nicolais
Un’esperienza spirituale con “frutti positivi”, separata però dall’esperienza dei presunti veggenti, “i quali non sono più da percepire come mediatori centrali”. Così viene definito, nella nota “La Regina della pace”, il fenomeno Medjugorje, di cui il Dicastero per la dottrina della fede autorizza il culto pubblico ma senza pronunciarsi sulla soprannaturalità. “Il Papa non considera necessaria una dichiarazione di soprannaturalità”, ha rivelato lo scorso 19 settembre il card. Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, rispondendo alle domande dei giornalisti: “Per lui è sufficiente il nihil obstat”. “Se ci saranno messaggi futuri, dovranno essere valutati e approvati per la loro pubblicazione”, ha spiegato il cardinale: “Fino a quando non saranno approvati, si sconsiglia ai fedeli di considerarli come testi edificanti”. Quanto alla possibile costruzione di un santuario, “non è stata ancora presa nessuna decisione”. Nel testo, secondo quanto stabilito dalle nuove norme sul discernimento dei fenomeni soprannaturali, si autorizzano i fedeli ad aderire all’esperienza spirituale di Medjugorje, in quanto “si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. Complessivamente positivo anche il giudizio sui “presunti messaggi”, pur con dei chiarimenti su alcune espressioni. Le conclusioni della nota, si precisa nel documento, “non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti”. In ogni caso, i doni spirituali “non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”.
“Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale” e ricordando che nessuno è obbligato a credervi, il “nulla osta” – emesso dal vescovo di Mostar-Duvno in accordo con la Santa Sede – sul fenomeno Medjugorje indica che i fedeli “possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto “Le abbondanti conversioni, il frequente ritorno alla pratica sacramentale, le numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale, l’approfondimento della vita di fede, una più intensa pratica della preghiera, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare”, l’elenco dei frutti positivi, in cui si precisa che “tali esperienze avvengono soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari piuttosto che durante gli incontri con i ‘veggenti’ per presenziare alle presunte apparizioni”. Osserva inoltre nella nota: “A differenza di altri luoghi di culto, legati a delle apparizioni, sembra che a Medjugorje le persone si rechino soprattutto per rinnovare la propria fede piuttosto che in ragione di precise richieste concrete; è registrata persino la presenza di gruppi di cristiani ortodossi e di musulmani”. Senza contare che molti fedeli hanno scoperto la loro vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata proprio nel contesto del “fenomeno Medjugorje”. “Non mancano tante vere conversioni di persone lontane da Dio e dalla Chiesa, le quali sono passate da una vita segnata dal peccato a cambiamenti esistenziali radicali orientati al Vangelo”.
Sui presunti messaggi
Tra le criticità dei presunti messaggi, c’è il fatto che alcuni di essi appaiono “connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi”, anche se qualche errore può non essere “dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno”. conversione e alla pace fossero ignorate”. Il Dicastero per la Dottrina della Fede sottolinea invece un messaggio che può essere considerato come una sintesi della proposta del Vangelo attraverso Medjugorje: “Desidero avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito”. pubblico”.