Oropouche
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Alla fine di luglio, nello Stato di Bahia in Brasile, sono morte due persone causa una febbre chiamata Oropouche. Pare che questi due decessi siano i primi al mondo causati da questa malattia, un’infezione virale tropicale trasmessa da vettori come moscerini e zanzare. In realtà la malattia è stata isolata tanti anni fa, esattamente nel 1955, vicino al fiume Oropouche a Trinidad e Tobago. I sintomi di questa virosi sono tipici: febbre, mal di testa, dolore retro orbitale, dolori muscolari, nausea e vomito, diarrea, astenia; possono seguire sanguinamenti, ipotensione e altri sintomi legati a un quadro estremamente grave che può compromettere l’equilibrio dell’ammalato sino alla morte.
L’aspetto preoccupante è che i casi di contagio, mentre nel 2023 ne sono stati registrati 832, nel 2024 anno ancora da concludersi, i casi registrati sono più di 7000, anche se, sia ben inteso, la morte finora è rimasta un evento raro. I contagi si sono concentrati inizialmente nel nord del Paese e successivamente si sono espansi, inoltre, sino ad oggi la letteratura scientifica mondiale non aveva riportato casi di decessi dovuti a questa patologia. Alla luce di tutto ciò, si è attivato un allarme epidemiologico allo scopo di vigilare attentamente sull’espansione di questa patologia virale. Il rischio di infezione è presente se si viaggia nei Paesi in cui è presente il virus.
Per chi si trova in queste zone si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie ad evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (all’alba e al crepuscolo). Ad oggi, il Brasile, è l’unico Paese a segnalare possibili casi di trasmissione materno-fetale di Oropouche durante la gravidanza. L’unica precedente osservazione simile è stata durante un’epidemia di Oropouche a Manaus tra il 1980 e il 1981, dove il virus è stato rilevato in nove donne incinte e due di loro hanno avuto un aborto spontaneo.