Apg23, Progetto “Amini Home” in Kenia: “restituire dignità”
Elisa Parolin della Comunità Papa Giovanni XXIII racconta del progetto “Amini home” in Kenia a sostegno delle donne incontrate nei luoghi di prostituzione
Elisa Parolin, rappresentante dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, all’interno del Consiglio Missionario, è rientrata dal suo secondo viaggio in Kenia programmato dal 20 giugno al 3 luglio, per seguire il progetto “Amini home”. Durante la permanenza, Elisa è stata testimone, anche se indirettamente, delle molte manifestazioni dei cittadini contro la legge finanziaria 2004 approvata con 195 voti a favore e solo 106 contrari. Tali sommosse che dovevano essere pacifiche hanno avuto invece un epilogo tragico proprio a Nairobi, poiché un gruppo di dimostranti ha assaltato il parlamento durante le votazioni della controversa legge finanziaria e la polizia ha risposto con le armi provocando vittime tra i civili. Le proteste antigovernative e la degenerazione delle manifestazioni in scontri e violenze stanno causando nel paese una vera e propria rivoluzione anche nelle alte cariche dello Stato. Sulla polizia, in questi giorni, pende un’indagine per appurare eventuali responsabilità nella morte di 41 dimostranti durante le proteste antigovernative delle scorse settimane.
Questa la testimonianza di Elisa.
Un anno dopo sono tornata a Nairobi per il nostro Progetto Amini. Il progetto “Amini home” nasce nel 2023, in un quartiere di Nairobi, in Kenya, dove centinaia di donne ogni giorno si prostituiscono per poter sopravvivere e avere il necessario per i propri figli (cibo, frequenza scolastica e sanità, a pagamento). Attualmente il progetto è costituito da un punto di ascolto dove vengono svolti colloqui, supporto psicologico e corsi di formazione, un’unità di strada e una casa di accoglienza aperta alcuni mesi fa. Un gruppo di operatori, accompagnati da alcuni membri dell’Associazione, incontra due volte a settimana queste donne in strada, con lo scopo di creare una relazione, ascoltarne i bisogni e offrire loro un’alternativa frequentando dei corsi (catering, pasticceria, sartoria, estetica) che forniscono competenze per inserirsi dignitosamente nel mondo del lavoro. L’obiettivo del progetto è creare delle opportunità di integrazione sociale e lavorativa per queste donne, sviluppando e potenziando le loro competenze e risorse.
Alcuni numeri: dalla nascita del progetto sono state seguite circa 90 donne e 40 bambini e da settembre 2023 è stata aperta una casa di accoglienza per rispondere alle situazioni più indigenti. Fino ad ora sono state ospitate 15 mamme e 15 bambini, ai quali abbiamo assicurato cibo, assistenza sanitaria, frequenza scolastica e la possibilità di frequentare un corso per inserirsi nell’ambito lavorativo. La casa di accoglienza vuole essere un ponte, per un breve periodo, tra la vita precedente e la possibilità di realizzare il proprio sogno.
Quest’anno la mia collega psicologa ed io, abbiamo organizzato tre giornate di formazione con il team del progetto dove abbiamo avuto molte opportunità di confronto e scambio interculturale per sviluppare al meglio tutte le attività, camminando assieme. “Nessuna donna nasce prostituta, c’è sempre qualcuno o qualcosa che la fa diventare” (Don Oreste Benzi).
Elisa Parolin