Il confine del male non ha confine
Etica della vita, una rubrica di Gabriele Semprebon
Con “Sex roulette” si intende un gioco erotico per ravvivare le coppie un po’ stanche. Questo può essere oggetto di discussione morale ma la cosa terrificante è ben altro: dietro a questo nome si cela anche un gioco molto pericoloso e a volte mortale, una sfida social che coinvolge giovani e giovanissimi che consiste nel fare sesso con diversi partner senza precauzioni: perde il gioco chi rimane incinta. Questa follia spesso termina con un aborto, qualora il rapporto non protetto esordisca in una gravidanza. La variante ancora più rischiosa è quella di far partecipare alla sfida una persona sieropositiva che alza la posta in gioco. Questa sfida è all’ordine del giorno anche in Italia e i primi casi sono stati registrati nelle province lombarde e campane coinvolgendo ragazze dai 14 ai 16 anni. Pare che online le ragazze vengano reclutate per andare in luoghi dove si consumano i rapporti sessuali non protetti con i diversi partner; il tutto è ripreso e poi pubblicato su chat o su internet, compreso l’intervento di aborto se la ragazzina rimane incinta e si vuole sbarazzare del figlio.
Questo è già stato fatto negli Stati Uniti, dove una ragazzina è stata filmata in tutti i momenti della sua avventura, dal rapporto sessuale all’aborto fatto in una clinica e il tutto poi pubblicato su internet. Chi non documenta un aborto chirurgico, pubblicizza l’assunzione di un mezzo di contraccezione d’emergenza con disinvoltura e cinismo. Il fenomeno non solo è relegato negli Stati Uniti ma, oltre all’Italia, in tutta Europa. Chi pensa che sia finito qui si sbaglia, c’è anche chi arriva a mettere all’asta la propria fertilità sui social network, disponibile a consegnare il neonato frutto del gioco sessuale al miglior offerente e questa parte del gioco viene chiamata “l’asta del sesso o l’asta dei bambini”: si può comperare un neonato a poche migliaia di euro. Francamente davanti a questo non so più cosa pensare; argomenti etici, sociali, psicologici, di ordine pubblico e, chi più ne ha più ne metta, sarebbero tutti perfettamente calzanti per analizzare e commentare ciò che viene descritto ma tutto questo mi pare ancora poco, quasi insignificante, quando si arriva a fatti come questi non si fa altro che alzare le mani. Chiaramente questo non si deve mai fare ma, di primo acchito, è la risposta più naturale. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è uno studio molto interessante di un etologo che conclude dicendo che non serve una morale religiosa all’uomo perché un etica sociale è inscritta anche negli animali quindi tutti si comportano con regole che gli sono proprie … questo vale anche per gli uomini o siamo una razza a parte?