Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi
La diocesi di Carpi legge il Vangelo - Vangelo di domenica 15 settembre 2024
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
A cura di Marco Paolini, Magister Masci San Francesco – Mirandola
Lectio
Questo episodio famoso della “professione di Pietro” si svolge in un luogo particolare: Cesarea di Filippo. Si tratta di una città di origine ellenistica detta Panea, dedicata al Dio Pan, nella quale i romani avevano costruito un tempio dedicato all’Imperatore Augusto e successivamente denominata Cesarea in onore dell’Imperatore Tiberio. Quindi una città pagana.
Nei pressi di questa città Gesù chiede ai suoi discepoli prima chi la gente creda che Lui sia e poi chi credono loro che Lui sia. E qui Pietro confessa: “Tu sei il Cristo”. Possiamo pensare che una professione così chiara di fronte alla città che rappresenta il mondo pagano sia un anticipo del mandato dell’evangelizzazione a tutte le genti.
Dopo di ciò Gesù apertamente parla ai suoi discepoli della sua passione, morte e resurrezione. Per quanto abituati alle sue parole, nella mente dei discepoli il Cristo doveva essere glorioso, vincitore, restauratore del regno di Davide. Questo spiega perché Pietro lo rimproveri (nel Vangelo di Matteo addirittura arriva a dirgli: “Dio te ne scampi… non ti avverrà mai!”). Ma Gesù a sua volta lo rimprovera aspramente definendolo “satana” perché pensa secondo gli uomini e non secondo Dio.
Meditatio
“E voi, chi dite che io sia?”. Questa domanda risuona anche a noi oggi. Non è soltanto la richiesta di identificare Gesù come il Cristo, il figlio di Dio. E’ piuttosto da leggere così: “Chi sono io per te? Come entro nella tua vita? Forse come un’entità onnipotente alla quale chiedere favori o soluzione ai problemi? O come qualcuno che dà un senso alla tua esistenza? Che dà un senso alle tue relazioni?”. Ancora oggi scandalizza la croce di Gesù. Se col cuore vorremmo abbracciarla con la mente la rifuggiamo come scandalo, come fallimento, esattamente come ha fatto Pietro.
Oratio
“Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amor mio”. (Preghiera “Absorbeat” di San Francesco d’Assisi)
Contemplatio
In questo periodo mi viene da pensare a don Francesco Venturelli. Un prete che ha seguito da parroco di Fossoli durante la guerra, prima gli ebrei, i prigionieri politici antifascisti rinchiusi nel campo di prigionia e dopo la fine della guerra i fascisti e i nazisti prigionieri. Prima le vittime, poi i carnefici caduti in disgrazia. Don Venturelli “pensava secondo Dio e non secondo gli uomini” dimostrando la stessa amorevolezza agli amici come ai nemici. Questa sua vicinanza a Gesù gli è costata la vita.
Fractio
Di questo Vangelo mi colpisce una parola anzi un avverbio: “apertamente”. Quante volte ci lamentiamo di non capire la Parola di Dio mentre Lui ci parla “apertamente”. Non è un difetto di comprensione. E un difetto di accettazione della Sua Parola. Chiediamo al Signore che ci permetta di accettare la sua volontà. Chiediamo di “pensare secondo Dio e non secondo gli uomini”.