Settimana liturgica nazionale a Modena, bilancio di mons. Castellucci e intervista a mons. Fisichella
Si è svolta dal 26 al 29 agosto, in San Carlo a Modena, la 74ª Settimana liturgica nazionale. Il bilancio dell’evento nelle parole dell’arcivescovo Erio Castellucci e la relazione di monsignor Rino Fisichella in vista del Giubileo 2025
di Virginia Panzani
Da sinistra mons. Claudio Maniago, mons. Erio Castellucci, mons. Rino Fisichella
Si è conclusa nella mattinata di giovedì 29 agosto, nella chiesa di San Carlo a Modena, la 74ª Settimana liturgica nazionale, organizzata dal Centro Azione Liturgica (Cal), presieduto da monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Una quattro giorni di appuntamenti (26-29 agosto) densi di riflessioni e stimoli sul tema “Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e Ars celebrandi”, con gli interventi di illustri relatori e la partecipazione di vescovi, sacerdoti, religiosi e laici provenienti da diverse regioni d’Italia – una media di 250 presenti ad ogni sessione. La prossima Settimana liturgica nazionale si terrà nella Diocesi di Napoli.
Un convegno in cui, come ha affermato l’arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi Erio Castellucci tracciandone un bilancio, non si è rimasti su di un piano puramente teorico, poiché “si è parlato della liturgia e poi si è celebrato insieme, in una continua verifica della prassi rispetto a ciò che si stava dicendo. Dunque, della Settimana liturgica mi rimane la sensazione di una grande unità tra la riflessione e la pratica”. Molto ben riuscita, ha osservato monsignor Castellucci, “la cornice di Modena che i partecipanti hanno notato per la particolare accoglienza, per il calore che hanno trovato, non solo riguardo al meteo – ha specificato con un sorriso – ma soprattutto nei rapporti umani. Pensiamo alla visita al Duomo di Modena e all’abbazia di Nonantola, e anche alla gastronomia. Tutto è stato apprezzato come un’espressione culturale di queste terre. Il merito va, naturalmente, ai volontari che hanno preso in mano da mesi l’organizzazione dell’evento”.
Per quanto riguarda i contenuti emersi, l’Arcivescovo ha ribadito lo stretto legame tra riflessione e prassi. “Mi ha colpito molto questo respiro con il quale si è parlato della preghiera e si è pregato. La preghiera da intendersi non come prerogativa dei soli cristiani ma come espressione dell’animo umano alla ricerca di un senso, che nella liturgia cristiana diventa anche parola di Dio. Cioè, come è stato sottolineato dai relatori, Dio stesso ci ha messo in bocca le parole per pregare la liturgia: in fondo la liturgia dell’Eucaristia, la Liturgia delle Ore, i salmi, o le altre liturgie, sono la parola che Dio ci ha donato perché potessimo esprimere col nostro cuore il desiderio di lui”. Infine, ma non da ultimo, sono risuonati nel tema della preghiera tutti i problemi del mondo, ha aggiunto monsignor Castellucci: “in questi giorni potremmo dire che non è stato dimenticato nulla, dalle guerre alla violenza, dalla miseria alle malattie, perché la preghiera cristiana non avviene dentro una campana di vetro, ciascuno per se stesso. La preghiera si coniuga alla prima persona plurale, il noi, un noi che comprende appunto noi che preghiamo ma anche tutti quei noi che non pregano, che soffrono, che sperano, che spesso piangono. Ecco allora che abbiamo vissuto – ha concluso – una settimana non di astrazione dalla realtà ma di immersione nella realtà, anche attraverso le preghiere di intercessione”.
In cammino verso il Giubileo 2025 a partire dalla preghiera
Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha proposto nella mattinata la sua relazione dal titolo “La liturgia dà forma e trasfigura la preghiera di un popolo in cammino”, soffermandosi sull’espressione contenuta nel Vangelo di Matteo (Mt 6,5), “Quando pregate”. Papa Francesco, come ha affermato Fisichella, ha desiderato che l’anno di preparazione al Giubileo del 2025 fosse dedicato alla preghiera. Partendo da questa sollecitazione, l’intervento del Pro-Prefetto ha delineato un percorso per evidenziare quanto la preghiera consista principalmente nell’essere alla “presenza di Dio”. Ciò pone la persona di Gesù e la sua preghiera come prototipo di ogni preghiera cristiana. Ma come avere la certezza di essere alla “presenza di Dio”? Sia la preghiera personale sia quella comunitaria, ha risposto alla domanda monsignor Fisichella, hanno bisogno di relazionarsi alla preghiera liturgica dove soprattutto nel mistero dell’Eucaristia si vive la certezza della presenza reale di Dio. La conclusione dell’intervento ha evidenziato quanto il tema della preghiera richieda di essere vissuto e sperimentato come parte essenziale dell’evangelizzazione, che permane la natura e il compito della Chiesa.
A margine della sua relazione, incontrando i giornalisti, monsignor Fisichella ha dato qualche anticipazione sul Giubileo del 2025, che avrà come titolo “Pellegrini di speranza”. Se è vero che il pellegrinaggio è metafora dell’esistenza umana, il grande evento ecclesiale ci ricorda che la meta da raggiungere è l’incontro definitivo con il Signore. “Siamo in cammino già adesso verso quell’incontro vivendo la salvezza che il Signore Gesù ha già portato. Questo è ciò che la Settimana liturgica ha richiamato, ovvero che la preghiera non è altro che dare voce all’essere alla presenza di Dio, nella consapevolezza dei doni che Dio ci ha dato, il primo dei quali è appunto l’averci salvati. Quindi la speranza vive di questa certezza”. Al Giubileo a Roma, che inizierà fra quattro mesi, ha proseguito monsignor Fisichella, si attendono 32 milioni di pellegrini. “Significa un grande sforzo per dare sicurezza, per dare certezze, a tutti gli ambiti, anche nelle questioni minimali. Si pensi soltanto a tutta l’organizzazione del pronto soccorso o della sanità… Il Giubileo ha bisogno di realtà che sappiano dialogare ed essere complementari tra di loro. Va detto che c’è una bella collaborazione tra la Santa Sede, il governo italiano, il commissario governativo, che è il sindaco di Roma, la regione, la prefettura. Abbiamo incontri quasi quotidiani – ha concluso – che hanno la finalità di dare autentica sicurezza a tutti coloro che verranno nella capitale”.