Estate in missione_5. Don Antonio Dotti in Malawi
Giorno 5
La mattina comincia con la messa dove nel Vangelo Gesù dice: ‘chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.’ Sembra proprio che stia parlando di questa missione. Stamattina andremo in un carcere seguito da suor Anna. Prima di partire si presenta però alla porta della missione una delle donne incontrate ieri al centro d’ascolto Caritas. Una di quelle con cui suor Anna se l’era presa di più. Ha attraversato la città per venire qui. Ha con sé un bimbo piccolo bellissimo e un altro figlio speciale. Sister Anna li aiuta, anche se questa donna racconta di stregoni e sortilegi ricevuti. Sister Anna: “Guarda a caso i malefici hanno sempre in questi racconti il volto di un bambino o di un vecchio. La liberazione dagli inglesi è stata la liberazione da una schiavitù esterna, ma da quella interna per molti di questa gente non sappiamo se avverrà”. Al carcere ci impediscono di fare foto. All’entrata i parenti che attendono di incontrare il loro caro. All’interno il concentrato di umanità è impressionante. Problemi acuti di sovraffollamento, molta giustizia sommaria e tanti incarcerati in attesa del processo. Anna ci porta a visitare la sezione con i malati di tubercolosi. Oggi grazie ad Anna mangeranno fisc and chips e loro per un momento possono sorridere. La sezione è stata realizzata grazie ad un progetto di suor Anna con l’aiuto dell’8×1000 della Chiesa italiana. Poi allargato grazie ad un intervento dell’associazione Ho Avuto Sete odv. Rimaniamo scioccati da ciò che vediamo ma ci rincuora invece scoprire che dentro il carcere c’è una scuola e una biblioteca. Suor Anna ha aiutato tanti carcerati a completare gli studi per rifarsi una vita. Non tutte le storie hanno un lieto fine ma diverse sì. Usciamo da questo luogo con tanti pensieri ma anche con una certezza: anche loro sono tutti figli di Dio.
Sulla strada verso casa Anna ci porta ai laboratori di falegnameria e sartoria che ha creato in parrocchia. Da pochi mesi è riuscita a coinvolgere ragazzi e ragazze svantaggiate perché sordo mute. Nell’ufficio troviamo un calendario della prigione che parla di lei e un disegno del nostro Alberto Rustichelli che ritrae don Ivan e Anna insieme ai fratelli africani. Effettivamente i due hanno condiviso tanti ideali evangelici. A casa i nostri ragazzi volontari stanno programmando i giorni del centro estivo che realizzeranno per i bambini. Anche in questo caso si può dire che solo l’educazione rende liberi.
I volontari e le volontarie poi decidono di condividere con le sister le preghiere del vespro. È tutto in inglese: fa strano per noi pregare in questa lingua ma così possono capire dove le suore traggono forza per svolgere il loro servizio. Alla sera si manifesta un problema di carenza idrica che ci costringe a ricordarci di come l’acqua non sia una risorsa infinita ma che invece sia da custodire e gestire con attenzione perché possa essere condivisa.