Estate in missione_4. Don Antonio Dotti in Malawi
Giorno 4
Ogni mattina parte con lo spruzzarsi addosso, in faccia, in testa e ovunque, l’autan pesante contro le possibili zanzare malariche. Un vero stress. Nella messa mattutina faccio la mia seconda omelia in inglese: ‘for me and for you is the style of every disceple’. Dopo colazione, stavamo per partire ma ci viene a trovare da lontano con la nonna la piccola Trasiana. È una delle bambine dei progetti di adozione a distanza realizzati attraverso il Centro missionario. Una famiglia benefattrice ne chiedeva la foto. Anche io in passato ho saputo di qualche realtà un po truffaldina. Qui no, fin dal lavoro indefesso di Germana Munari, continuano a tenere in un quaderno nota di tutti i beneficiati ed i benefattori. La bimba, che non avrà più di 10 anni, non riesce a sorridere, si vede che è dubbiosa e un po spaventata di incontrare uno straniero. Quando le regalo due banane si mette in ginocchio per ringraziarmi e qui mi spezza il cuore. La faccio sollevare subito. Si vede che era stata educata così ma a me disturba che le abbiano inculcato la sottomissione allo straniero bianco. In realtà sono io che dovrei inginocchiarmi a lei, che per me è immagine del Signore, che si è identificato con gli ultimi. Oppure anche solo perché appartengo alla minoranza benestante del pianeta, che nei secoli ha delle responsabilità se l’altra parte si è impoverita. Con sister Anna andiamo poi al centro d’ascolto della Caritas parrocchiale. Prima conosco il parroco don Mathias che mi fa un’ottima impressione che Anna mi conferma.
Il servizio della Caritas è disarmante. Nessun uomo, una cinquantina di donne, molte sono mamme, molte con figli piccoli. Anna mi racconta il dramma di tante abusate dagli uomini, alcune che continuano a vendersi per pochi spiccioli e poi generano continuamente figli senza responsabilizzarsi mai. Queste donne ‘non hanno la testa’ dice. Quello che si dà ad ognuna è una mescolata di farina per fare un po’ di polenta, un sacchetto con snack di soia arricchita di vitamine e un sapone. Poi Anna a qualcuna di cui conosce la storia e le necessità dà qualche soldo. Con qualcuna si arrabbia perché continua a chiedere oppure ritorna sempre, ma poi il suo cuore cede alla compassione. Soprattutto se ci sono dei piccoli. E alla fine il suo portafogli risulta svuotato, ha donato tutto. Andiamo poi a prendere all’aeroporto il nuovo gruppo di volontari, sono tre ragazzi e due ragazze, tutti molto giovani e volenterosi di imparare l’arte di donarsi. La loro carica è subito ben sfruttata dai bambini e dalle bambine che fin dal primo pomeriggio riempiono il cortile. Sono i loro nuovi eroi. Alla sera coi volontari preghiamo insieme a partire dal Vangelo del giorno. Ma io stavolta sottolineo un’altra frase di Gesù, pensando a tutte le persone povere incontrate oggi: ‘i figli sono liberi’. Questo il sogno del Signore per ciascuno di noi.