Estate in missione_1. Don Antonio Dotti in Malawi
Accolti dalla missionaria Anna Tommasi nei luoghi dove ha operato la dottoressa Germana Munari
Da alcuni giorni don Antonio Dotti, direttore del Centro Missionario di Carpi, si trova in Malawi, nella missione di Anna Tommasi, nei luoghi dove ancora vive il ricordo per l’opera svolta dalla missionaria carpigiana, dottoressa Germana Munari. Giorno per giorno don Antonio ci racconta dell’incontro con questa comunità africana e con i missionari che operano in quella realtà.
Giorno 1 – Arrivo in Malawi
Comincia con un viaggio lungo e pesante questa avventura in Malawi. Comprare qualcosa dopo aver passato i controlli, che sia Milano come Addis Abeba equivale alla vendita di un rene (1 cappuccino 5 euro per intenderci). Impieghiamo quasi 20 ore, tra cambi e soste in attesa dei tuoi voli. Sono in compagnia di Benedetta una giovane volontaria di Rio che ha deciso di usare le sue poche ferie per raggiungere i volontari che già sono da sister Anna (la missionaria Anna Tommasi). Allo sbarco lungaggini burocratiche ma meno male che i nostri bagagli sono arrivati, abbiamo un sacco di materiale per la missione, raccolto da diverse iniziative da noi.
Anna ci accoglie col suo sorriso capace di spostare le montagne, guida con esperienza il pic up che ha la guida a destra. Per noi sembra di essere sempre contromano ma è solo apparenza. Lungo l’unica strada principale asfaltata, quella che collega col Mozambico, costruita da italiani, dappertutto si struttura una sequenza di negozi e mercati che vendono di tutto. Costruzioni disordinate ma coloratissime, le insegne sono dipinte sui muri. Arriviamo alla missione attraverso strade sconnesse e molto polverose, è da molto che c’è siccità. Ci illuminano i sorrisi e i saluti di decine e decine bambini, non chiedono niente, hanno riconosciuto la sister e vogliono entrare nella missione con qualche ora di anticipo sul programma. “Hai visto don Antonio, qui i bambini ci sono!” mi dice suor Anna per farmi riflettere.
I volontari capitanati da Sofia sono tutti pitturati in volto, esplode un pomeriggio di festa. È il giorno del saluto alla prima squadra di questo centro estivo, che passerà il testimone alla seconda tra due giorni. Si percepisce molta emozione da parte di tutti. Ma anche molta energia, a partire dagli educatori del posto che fanno a gara di bangs con i nostri e mostrano che hanno raggiunto grande sintonia anche se così culturalmente diversi. I bambini ed i ragazzi sono più di 120, perché le ciambelle preparate non sono abbastanza. È una scena che annuncia un nuovo miracolo della moltiplicazione (o condivisione). Alla fine tutti hanno mangiato, e con gusto!
Il buio arriva quasi di colpo, i bambini tornano nei loro villaggi, la missione scende nella preghiera. Si rincorrono il canto del muezzin, il vespro in inglese delle sister, il canto di ‘addio’ dei volontari (‘maledetta primavera’!). Il Signore che conosce i cuori sa apprezzare le intenzioni di ognuno. Il cielo notturno è stellato di stelle mai viste (altro emisfero) e la luna è una falce orizzontale di colore arancione. Sorride ai volontari italiani e malawiani che condividono la serata ballando al ritmo dei reggae locali.